sabato 10 agosto 2013

Mani, 21.11.12, Gaza Egitto, I mediatori pensavano di avere l'accordo in tasca



SENZA DIFESA

Tregua • Hamas e Egitto la annunciano, Israele frena. Ma l’intesa non c’è ancora. Hillary Clinton arriva oggi a Gerusalemme

I mediatori pensavano di avere l’accordo in tasca
Giuseppe Acconcia

I mediatori egiziani avrebbero la tregua in tasca. Tra annunci e smentite, Hamas era già pronta a festeggiare ieri sera al Cairo. «Abbiamo impartito una lezione al nemico sionista», si leggeva in un documento del movimento palestinese che governa la Striscia di Gaza. «Il cessate il fuoco è una vittoria di Hamas e delle Brigate Qassam», continuava il testo. Ma l’attesa tregua tra Hamas, la Jihad islamica, Israele con il sigillo del segretario generale della Lega araba, Ban ki-Moon, e la benedizione egiziana, alla fine non c’è stata.

Nel pomeriggio di ieri, dopo aver preso parte ai funerali della sorella al Cairo, il presidente egiziano, Mohammed Morsy ha annunciato che «gli sforzi per arrivare a un tregua tra israeliani e palestinesi» avrebbero prodotto risultati positivi in poche ore. Morsy ha assicurato poi che «l'assurda aggressione israeliana contro Gaza» si sarebbe conclusa in tempi brevi. Ma, il primo a frenare su un’ipotesi di un raggiungimento frettoloso della tregua è stato Nabil el-Araby, segretario generale della Lega araba. «La tregua non metterebbe fine alla crisi perché sarà violata», ha previsto il diplomatico. 
I primi a mettere a tacere la speranza dell’accordo per una tregua sono state le autorità israeliane che hanno deriso i proclami trionfalistici di Hamas e avvertito sulle reali possibilità di un cessate il fuoco imminente. Negoziati serrati erano andati avanti al Cairo per tutta la giornata di ieri e proseguiranno nella giornata di oggi. Secondo il portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, si attenderebbe soltanto il via libera israeliano alla proposta, raggiunta attraverso la mediazione egiziana.
E così gli sforzi diplomatici proseguono, il segretario di stato, Hilary Clinton, è arrivata ieri sera in missione a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano, Benjamin Netanyanu. Clinton si reca nella giornata di oggi anche a Gerusalemme, Ramallah e al Cairo. Secondo fonti del governo americano, il presidente, Barack Obama, vorrebbe evitare un attacco terrestre da parte di Israele, pur difendendo il diritto israeliano di decidere in materia di sicurezza nazionale. Mentre Catherine Ashton, rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, si è detta timorosa per una possibile ripresa delle ostilità nonostante la tregua. Sempre più dura, invece, è la presa di posizione di Tehran in merito alla crisi tra Hamas e governo israeliano. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha ribadito che Israele dovrebbe essere processato per «crimini di guerra».


Il Manifesto
Internazionale, Senza fine pag.3
mercoledì 21 novembre 2012

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