sabato 15 dicembre 2012

«Una Costituzione pericolosa, con il rischio del passo indietro»


INTERNAZIONALE

Egitto-Intervista/ PARLA HEBA MORAYEF, RESPONSABILE DI HUMAN RIGHTS WATCH

«Una Costituzione pericolosa, con il rischio del passo indietro»

Giuseppe Acconcia
IL CAIRO
Chiediamo ad Heba Morayef, responsabile di Human Rights Watch in Egitto, come definirebbe la nuova Costituzione egiziana dopo le rivolte del 2011.
«È pericolosa. Le libertà di espressione, assembramento, i diritti delle donne nello spazio pubblico possono essere limitati in ogni momento solo facendo riferimento al vago termine di ‘moralità’».
Ci sono molti altri punti controversi?
«L’intero processo di scrittura della Carta costituzionale non ha seguito procedure condivise e tempi accettati da tutti gli esponenti dell’Assemblea costituente. Ma ci sono quattro limiti fondamentali nel testo (che sarà sottoposto sabato a referendum, ndr). Il primo è la protezione dei diritti. Se vengono garantite le libertà fondamentali, secondo gli articoli 10 e 11, ‘lo stato e la società devono preservare la vera natura della famiglia egiziana’ e ‘lo stato deve proteggere l’etica, la morale e l’ordine pubblico’. Questi termini sono talmente generici e aperti all’interpretazione da poter essere usati in modo pericoloso per limitare diritti fondamentali. Il secondo problema riguarda la libertà di espressione. Secondo gli articoli 31 e 44 ‘un individuo non può essere insultato’ ed ‘è proibito insultare il profeta’. Questi sono limiti illegittimi alla libertà di espressione. Il codice penale in vigore criminalizza insulti e diffamazione e questo non verrà messo in discussione con la nuova Costituzione. Anzi, non ci sono mai stati tanti processi per ‘insulti al presidente’ e ‘ai giudici’ quanti durante la presidenza di Mohammed Morsi. Il terzo capitolo controverso riguarda i diritti delle minoranze religiose. L’articolo 43 parla di stabilire luoghi sacri per musulmani, cristiani ed ebrei. Ma questo apre alla discriminazione ed esclusione delle altre religioni, in particolare i bahai, gli shiiti, i coranisti e gli ahmadi già oggetto di persecuzioni al tempo di Hosni Mubarak. Infine, l’articolo 198 lascia intatta la possibilità che i militari giudichino i civili a loro discrezione».
Quali sono le differenze e le novità della Costituzione del 2012 rispetto al testo in vigore del 1971?
«Esiste una questione controversa sulle obbligazioni internazionali. Nella Costituzione del 1971 si parlava del rispetto dei trattati internazionali. In questo testo, i riferimenti al diritto internazionale sono vaghi, in particolare su punti quali la garanzia del diritto di sciopero. E poi c’è l’enorme potere che viene assicurato alla moschea di Al Azhar, anche questo potrebbe rivelarsi molto pericoloso nella formazione di uno stato laico. Infine, è vero che l’articolo 218 allarga la base interpretativa della sharia (legge islamica, ndr), ma non sono sicura che sia meno sovversivo dell’articolo 2. In fondo, non si fa altro che fare affidamento ad un’interpretazione progressista della legge islamica da parte del giudice. Ma non è detto che questo accada, troppo viene lasciato alla discrezione del singolo magistrato. In qualche modo si può dire che si fa un passo indietro rispetto alla Costituzione del 1971 che rispettava le libertà religiose mentre la nuova Carta le limita. Infine, i militari hanno ottenuto tutto ciò che volevano, la protezione dei loro privilegi e del loro sistema giuridico sono incorporati nel sistema costituzionale».
Infine, è controverso stabilire chi sia responsabile delle violenze dei giorni scorsi.
«Ci sono stati abusi da entrambe le parti. A questo si è unita l’assenza di intervento delle forze di sicurezza e la richiesta dei leader dei Fratelli musulmani, in dibattiti televisivi pubblici, di arrestare arbitrariamente i manifestanti anti-Morsi. È preoccupante che il presidente abbia accusato i manifestanti di vandalismo facendo riferimento alle loro confessioni prima che le indagini abbiano avuto luogo».

Il Manifesto
Internazionale, pag. 7
venerdì 14 dicembre 2012





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