venerdì 7 dicembre 2012

Morsi fugge dalla rivoluzione


INTERNAZIONALE

EGITTO · Sciopero dei giornalisti, decine di cortei al Cairo. Sotto assedio il palazzo presidenziale


Morsi fugge dalla «rivoluzione»
Giuseppe Acconcia

Morsi ha lasciato il palazzo presidenziale. E le forze di sicurezza si sono ritirate dal perimetro del palazzo di Heliopolis. I manifestanti hanno sfondato il cordone di polizia intorno al luogo simbolo del potere presidenziale. Non solo, le forze dell'ordine hanno sparato gas lacrimogeni. Si contano almeno 18 persone intossicate e trasferite in ospedale.
Le vie del Cairo hanno ospitato ieri un’imponente mobilitazione della stampa egiziana. Ad accrescere la tensione è arrivata la notizia che il nuovo procuratore generale, Talaat Ibrahim Abdallah, nominato nei giorni scorsi da Morsi, ha annunciato che sarà aperta un’inchiesta per spionaggio contro tre figure centrali della vita politica egiziana e leader dell’opposizione, Amr Moussa, Hamdeen Sabbahi e Mohammed el-Baradei. Secondo la stampa indipendente, le accuse ai tre politici riguardano i tentativi di far cadere il nuovo governo e il presidente della repubblica egiziana, nonché contatti con leader politici israeliani nei giorni nella crisi di Gaza dello scorso novembre.
Centinaia di giornalisti si sono raccolti ieri pomeriggio all’ingresso del Sindacato della stampa in una traversa di via Champollion nel centro del Cairo. Hanno atteso per ore prima di marciare verso Tahrir per protestare contro la dichiarazione costituzionale di Morsi e la bozza di Costituzione, in particolare contro le norme che regolano la libertà di stampa e di espressione.Ma lo scontro all’interno del sindacato dei giornalisti è radicale. «Saranno prese misure disciplinari contro chi disobbedisce alla linea del sindacato di ritirarsi dall’Assemblea costituente», si legge in un comunicato. Il direttore dell’Ordine della stampa egiziana, Mamdouh El-Waly, non si era ritirato dall’Assemblea costituente nonostante le decisioni del sindacato. «Tutto è possibile nelle prossime ore, ma l’unica cosa di cui siamo sicuri è che non ci arrenderemo», ha assicurato Gamal Fahmy, vice presidente del sindacato. «Siamo solo una parte della mobilitazione contro la Costituzione che coinvolge ogni settore della società egiziana», ha aggiunto. A scioperare ci sono dodici giornali, tra cui i quotidiani indipendenti come Masry al-Youm, Youm7 e al-Shorouk. Con loro ci sono anche cinque canali televisivi, tra cui Ontv dell’imprenditore, Naguib Sawiris.
Contemporaneamente si sono svolte almeno dieci cortei in punti diversi della capitale egiziana. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a indossare indumenti e bandiere neri. Non solo, è stata chiusa la stazione della metropolitana nelle vicinanze di Ramsis e sono state sgomberate le scuole della zona. «Il popolo vuole la caduta del regime», «Vattene», gridavano i manifestanti. Come se non bastasse, due note giornaliste della televisione di stato egiziana, Bossaina Kamel e Hala Fahmy, sono state sospese temporaneamente dal servizio e sono state messe sotto inchiesta dalla direzione perchè accusate di aver ridicolizzato e insultato il presidente Morsi. Una commissione d'inchiesta, disposta dal ministro dell'informazione, Salah Abdel Makssoud, esponente dei Fratelli musulmani, ha visionato i due programmi presentati sabato e domenica scorsa. Si è stabilito che una delle giornaliste ha modificato i testi precedentemente concordati, e ha criticato il nuovo direttore del quotidiano al-Gomorhiya, vicino ai Fratelli musulmani. 
In attesa del refrendum del 15 dicembre prossimo e prima della notizia dell’assedio al suo palazzo, il presidente egizano Mohammed Morsi aveva presieduto una riunione urgente con il suo esecutivo. All'incontro, hanno preso parte i ministri di esteri, giustizia e il premier, Hisham Qandil. Il portavoce dei Fratelli musulmani, Hossam al-Gheriany, ha fatto sapere che il presidente potrebbe decidere di sospendere due articoli della dichiarazione costituzionale dello scorso novembre per permettere uno svolgimento sereno del referendum costituzionale.

La fuga a sorpresa di Morsi fa trasparire la tensione altissima di queste ore al Cairo e il difficile percorso della nuova costituzione e verso le elezioni parlamentari. Non solo, chiarisce come il movimento dei Fratelli musulmani nonostante abbia gestito il potere in continuità con il regime precedente, tema il dibattito democratico e il dissenso. E non abbia un controllo completo delle forze di sicurezza.

Il Manifesto
Internazionale, pag. 7
mercoledì 5 dicembre 2012

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