giovedì 15 novembre 2012

Egitto chiusa Tv



Egitto / EPURAZIONI E MINACCE NEI GIORNALI, CHIUSA UNA TV
Il governo islamista mette le mani sui media

Giuseppe Acconcia 

I Fratelli musulmani mettono le mani sui media. Circolano da tempo al Cairo liste di proscrizione per testate e  giornalisti contrari al presidente Morsy. Il quotidiano Masry al-youm parla di «stampa nera» in riferimento ai giornali e alle tv locali che, secondo la Fratellanza, «diffondono bugie» sul presidente con lo scopo di «riprodurre il vecchio regime». L’opposizione è in allarme: «Era da prevedere che, una volta al governo, gli islamisti si sarebbero comportati in questo modo con i giornalisti  critici e indipendenti», ha dichiarato l’attivista, più volte imprigionato,Wael Abbas. «L’unico cambiamento che Morsy e i suoi accoliti perseguono è chiudere i media critici con i fratelli musulmani per un controllo integrale del sistema dell’informazione».
Dalle parole ai fatti. In una settimana si registrano almeno tre gravi attacchi alla libertà di stampa. Nel quotidiano filo-governativo al-Akhbar gli editoriali dei giornalisti Ibrahim Abdel Meguid e Youssef el-Qaeed sono stati espulsi dalle pagine del giornale. Lo scorso sabato inoltre le forze dell’ordine hanno fatto irruzione negli uffici del quotidiano al-Dostour, confiscando le ultime pubblicazioni del giornale. - mentre la magistratura ha avviato un’inchiesta contro il quotidiano liberale, vicino al partito al-Wafd, per insulti al presidente. «Se i Fratelli musulmani non potevano che accettare le critiche, negli anni in cui erano all’opposizione, ora si rivolgono contro la stampa che li attacca apertamente», dice ancora Abbas. Sulla prima pagina di al-Dostour lo scorso sabato un lungo editoriale accusava la Fratellanza di voler trasformare l’Egitto in un «emirato».
Di pochi giorni fa è invece il provvedimento di chiusura della tv satellitare al-Faraeen. Uno degli ospiti dell’emittente, Tawfiq Okasha è stato accusato di incitamento all’«assassinio di Morsy»: l’opinionista aveva  definito Morsy un presidente non legittimamente eletto. In realtà, il canale televisivo continuava a fare propaganda in favore dell’ex presidente Hosni Mubarak, condannato all’ergastolo. Il ministro dell’informazione Hani Mahmoud, in quota al partito Libertà e giustizia (braccio politico dei Fratelli musulmani) ha difeso i provvedimenti puntando sulla distinzione tra libertà d’informazione e incitamento alla violenza. La magistratura ha poi disposto il divieto di espatrio per Tawfiq Okasha e per il direttore di al-Dostour, Ibrahim Eissa.
Come se non bastasse, lo scorso giovedì, centinaia di attivisti vicini ai Fratelli musulmani avevano protestato contro trasmissioni televisive critiche verso Morsy all’ingresso del Centro di produzione televisivo, nella città satellite «6 ottobre». I manifestanti avevano attaccato alcuni giornalisti di opposizione. E proprio in questi giorni la commissione per i diritti e le libertà dell’Assemblea costituente sta scrivendo gli articoli della nuova Costituzione in merito alla stampa. «La Fratellanza vuole che il Parlamento controlli la televisione di stato in modo da epurarla dagli esponenti a del Partito nazionale democratico e portarla sotto il controllo di Libertà e giustizia», commenta Salah Issa, del sindacato egiziano dei giornalisti. 

Con gli attacchi alla libertà di stampa il governo egiziano tenta di mettere le mani sull’intero sistema di media pubblici, quotidiani e agenzie. Abdel Naser Salama è stato nominato nuovo direttore del più antico quotidiano egiziano, Al-Ahram, mentre Mohmmed Hassan Al-Banna dirigerà il quotidiano Akhbar al-Youm. Cambi ai vertici anche dell’agenzia di stampa Mena e di Rose al-Yousef. E così,Mohammed Morsy, dopo aver nominato i nuovi vertici del Consiglio supremo delle forze armate e cancellato la dichiarazione costituzionale aggiuntiva, prepara la scalata islamista alla stampa egiziana con non poche conseguenze sulla libertà di espressione.

Il Manifesto
Internazionale, pag.7
venerdì 17 agosto 2012



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