sabato 3 novembre 2012

Cameron e l'Ue



GRAN BRETAGNA
Ue, Cameron pensa a un referendum

Giuseppe Acconcia
LONDRA

La Gran Bretagna nell’Unione europea? «Che referendum sia». È l’opinione del primo ministro inglese, David Cameron rilasciatain un’intervista alla Bbc proprio nel giorno in cui la Tobin tax supera la soglia minima di nove paesi, prevista dai Trattati Ue. Cameron si è sempre dichiarato arci-nemico della tassa sulle transazioni finanziarie, con le parole di ieri rimarca pesantemente la sua distanza dal Continente. «Il referendum è il modo più netto, semplice e chiaro per affrontare la questione. Non sono mai stato a favore di un ’in or out’ ma neppure sono soddisfatto dello status quo», ha argomentato andando oltre. I Tories sarebbero pronti a inserire la questione del referendum nel programma politico in vista delle prossime elezioni politiche: «Vogliamo dare nuovo consenso popolare al ruolo della Gran Bretagna nell’Ue », ha assicurato Cameron, spesso su posizioni euroscettiche. In particolare, in riferimento alla politica economica europea in materia di moneta unica, ha aggiunto: «L’Europa sta cambiando, l’eurozona vuole una maggiore integrazione ed è giusto per loro che procedano in questo senso, se lo scopo è salvare la moneta unica. Questo però apre la strada ad un nuovo e migliore accordo per la Gran Bretagna».
E sulla crisi crescente in casa propria il premier ha già pronto un nuovo piano per apportare tagli aggiuntivi alla spesa pubblica, già ampiamente rivista al ribasso con i provvedimenti
finanziari del 2011 e 2012. I nuovi tagli sarebbero di 10 miliardi di sterline (12,4miliardi di euro). Ma ad accendere gli animi e il confronto politico in Inghilterra è la legge, proposta dal nuovo ministro della giustizia, Chris Grayling, sulla protezione della proprietà privata in caso di uso della forza contro ladri e malviventi, colti in flagranza. «Penso che non si sa mai bene cosa può succedere in quelle circostanze, ma tutti hanno bisogno di essere certi che se decidono di difendersi la legge è dalla loro parte», ha concluso il premier inglese.
Intanto, si chiude oggi il congresso del partito conservatore inglese a Birmingham. Nella giornata di ieri, Cameron ha incassato il pieno sostegno del popolare sindaco di Londra, Boris Johnson, che ha battuto l’uscente Ken Livingston lo scorso maggio. Johnson ha chiarito di voler usare tutto il suo credito politico per appoggiarlo: «Non lascerò che il Paese sbandi verso il Labour». In realtà, secondo i sondaggi, i Tories sarebbero sotto di dieci punti rispetto ai rivali labouristi, ma, secondo molti analisti, una presa di posizione netta di Johnson potrebbe spostare un gran numero di voti verso i conservatori. «Come quest’anno abbiamo evitato che Londra tornasse nelle mani di un manipolo di semimarxisti, così devo unirmi a voi nella lotta per evitare che il paese sbandi verso i due Eds (Ed Balls e EdMilliband, ndr)» - ha aggiunto Johnson. «Non si sono mai pentiti dei loro eccessi di deficit che ci costringono all’austerità attuale», ha tuonato il sindaco di Londra.





Il Manifesto
Eurocrack, pag.3
mercoledì 10 ottobre 2012





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