mercoledì 1 agosto 2012

Mai più greci in Gran Bretagna




GRAN BRETAGNA

«Frontiere chiuse ai greci», Cameron «risolve» la crisi


Giuseppe Acconcia 
LONDRA




Myrto e Roy distribuiscono pinte al pub Dolphin di Hackney, quando sentono la notizia. Se la Grecia è fuori dalla moneta unica, la Gran Bretagna potrebbe limitare l’ingresso alla frontiera di cittadini ellenici. Le due giovani di Atene sembrano preoccupate. Secondo i Tories, il trattato di Schengen potrebbe non essere applicato in caso di tensioni e imprevisti, dovuti alla crisi dell’eurozona. “E’ ridicolo. Ma sono paure comprensibili, temono che l’economia greca collassi. Queste misure porterebbero solo il caos in tutta l’Unione” – commenta a caldo Myrto. In realtà, dopo le parole del primo ministro David Cameron, c’è gran fermento nella comunità greca londinese. Negli ultimi anni, medici, informatici e laureati greci hanno raggiunto la capitale inglese. Una vera fuga di cervelli per tentare una carriera impossibile ad Atene. “Non hanno fiducia nella nuova coalizione di governo greco” – ha commentato Dimitris Papanikolau, ricercatore all’Università di Oxford. Come tanti giovani trentenni, anche Dimitris, dopo il dottorato, si è fermato ad insegnare in Inghilterra. “Ma negli ultimi anni è cresciuto il numero di giovani greci che viene qui per disperazione e si accontenta di fare qualsiasi lavoro” – ha aggiunto il ricercatore. Non solo laureati quindi, anche camerieri, agenti immobiliari, impiegati di multinazionali vivono nella capitale britannica. Il greco, l’italiano e lo spagnolo sono diventate le lingue più parlate dopo l’inglese a Londra. Tanto che il ministro degli Interni inglese, Theresa May, ha in programma da mesi di limitare l’immigrazione dai paesi europei per la crisi finanziaria. E prepara piani di cantingentamento in caso di uscita dall’euro di uno dei paesi membri per fermare il conseguente aumento di flussi di lavoratori. Per questo, il provvedimento potrebbe riguardare non solo i cittadini greci. “Una decisione in tal senso creerebbe soltanto nuova immigrazione clandestina: manodopera a basso costo di cui ha sempre bisogno il mercato inglese e cittadini senza diritti” – è il commento al manifesto di Adam Hanieh, docente di Politiche dello sviluppo all’Università di Londra. La polemica riguarda anche i flussi migratori dall’Europa dell’est che limitano gli arrivi da Romania e Bulgaria. “Si tratta di allarmismo ingiustificato fino a questo momento. Non esistono dati che fanno prevedere un aumento esponenziale degli arrivi dalla Grecia in Gran Bretagna” – ha aggiunto il professore. “Fino ad ora si regista soltanto un aumento di trasferimenti di capitali dalla Grecia all’Inghilterra per l’acquisto di immobili o beni finanziari” – conclude Hanieh. La dichiarazione di Cameron si inserisce in un confronto più ampio che coinvolge il sistema bancario inglese dopo lo scandalo Barclays. Le manipolazioni dei tassi d’interesse interbancari avevano deteminato  le dimissioni dell’amministratore delegato Bob Diamond e del presidente Marcus Agius. Mentre continuano le pressioni sul colosso bancario inglese per cancellare la liquidazione record di 22 milioni di sterline prevista per Diamond. In realtà, le preoccupazione dei Tories riguardano la tenuta del sistema finaziario inglese in caso di una rafforzata integrazione bancaria tra i paesi dell’Unione.  E così, le dichiarazioni di Cameron fanno seguito alle discussioni sulla ricapitalizzazione bancaria nella zona euro, emerse dal vertice di fine giugno a Bruxelles. Proprio per placare gli euroscettici tra i Tories, Cameron era arrivato a mettere in discussione la permamenza della Gran Bretagna nell’Unione europea in caso di maggiore integrazione economica. Ma i primi a farne le spese sarebbero i migranti regolari e la libera circolazione tra i paesi dell’Unione.

Il Manifesto
Europa, pag.5
giovedì 5 luglio 2012



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