venerdì 15 giugno 2012

Torna la legge d’emergenza



EGITTO · Poteri giudiziari speciali alle forze di sicurezza. Il post-Mubarak si annuncia difficile
Torna la legge d’emergenza

Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO


“E’ un passo indietro al 1954. L’Egitto torna ad essere uno stato basato sul Mukabarat (Servizi segreti) come ai tempi di Nasser”, commenta al Manifesto l’attivista e blogger egiziano, Wael Abbas. E’ di oggi la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge sui poteri giudiziari speciali al personale militare e alla Sicurezza di Stato. “La legge è immediatamente operativa. Non solo la polizia ma qualsiasi poliziotto ha poteri giudiziari. E’ peggio della legge di emergenza” – denuncia Abbas. Il provvedimento, redatto e approvato dal Ministero della Giustizia, arriva alla vigilia della decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità della candidatura degli uomini del vecchio regime che potrebbe determinare l’eliminazione in extremis di Ahmed Shafiq. Atteso anche per domani il pronunciamento sulla validità delle elezioni Parlamentari. In verità, i primi ad essere messi in causa dagli attivisti di opposizione sono i Fratelli musulmani e la loro connivenza con il Consiglio Supremo delle Forze Armate. “I Fratelli musulmani non hanno mai cercato lo scontro diretto con i militari. Questo ha aperto le strade alla vittoria di Ahmed Shafiq” – prosegue Abbas. Le attese per i primi provvedimenti dopo una possibile elezione di Shafiq dopo il ballottaggio di sabato e domenica prossimi preoccupano attivisti e giovani rivoluzionari. “Mi aspetto nuove misure contro blogger e per limitare l’accesso ad internet in caso di vittoria di Shafiq” – continua il blogger. “L’unica soluzione è tornare in piazza in massa, ci vuole una nuova pressione della strada sui palazzi del potere” – conclude Abbas. Ma non tutti concordano sull’operato dei Fratelli musulmani e molti credono nella vittoria di Mohammed Mursi per fermare il vecchio regime. Secondo Heba Morayef di Human Rights Watch, “una vittoria di Shafiq metterebbe la parola fine all’azione della società civile egiziana”. Secondo Heba, l’azione parlamentare dei Fratelli musulmani è stata fino ad ora “estremamente controversa”. Morayef fa riferimento alla legge sulle ong che elimina gli attuali impedimenti ai movimenti no-profit. “Hanno emendato la legge sulla definizione della tortura, mentre le voci sulla legge sul corpo delle donne dopo la morte non è mai stata presentata in Parlamento”. E poi c’e’ il tema sull’uso della violenzxa contro la piazza. “In caso di elezioni Mursi non userebbe la forza contro la sua costituency, Shafiq non ci penserebbe due volte a reprime le manifestazioni”. “Le ong durante Mubarak erano l’opposizione politica piu’ dei partiti. 17 ong affrontano processo e 43 sono stati accusati di non essere registrati nè relazione bilaterale Usa-Egitto. Azione determinata contro le ong chiude lo spazio dell’attivismo politico piu’ che la legge di emergenza”.

L’ong 6 aprile vicina ad Ahmad Maher sostiene la candidatura di Mohammed Mursi insieme agli attivista vicini all’islamista riformista Abul Fotuh. Ma 6 aprile appare estremamente frammentato al suo interno tanto che varie fronde nel movimento si sono espresse per il boicottaggio.  Mursi ha promesso nei suoi incontri nei governatorati di Munufeya.
di quadruplicare gli stipendi della polizia e di allargare di quattro volte l’accesso all’assistenza sanitaria. I Fratelli musulmani hanno reso noti i documenti che certificano la collaborazione con la Sicurezza di Stato nel 2005 per confutare le prove che li vogliono coinvolti negli scontri del 2 febbraio scorso tra attivisti pro e anti-Mubarak in piazza Tahrir. D’altra parte, Shafiq in perfetto stile Partito nazionale Democratico del deposto Mubarak, continua la sua campagna elettorale nei grandi alberghi dal Mariott al Grand Hayat promettendo una visita agli Stati Uniti se eletto e aperture verso l’Iran e un intervento in Siria, se eletto. Ha ottenuto il sostegno delle Jamat, frangia vicina alle associazioni universitarie del movimento salafita. “E’ molto strano che i salafiti sostengano Shafiq, l’uomo che rappresenta il regime che li ha oppressi. Questa posizione è emersa con la mediazione di Naguib Sawiris”. Secondo la stampa indipendente, parte del movimento salafita ha sostenuto l’ultimo primo ministro di Mubarak, Ahmed Shafiq, già al primo turno. Nonstante al-Nour, partito a maggioranza salafita sostenga ufficialmente Mohammed Mursi, numerosi sono i segni di voti del movimento a sostegno di Ahmed Shafiq. D’altra parte, continua lo scontro sulla seconda Assemblea Costituente. Se l’accordo prevedeva una divisione 50 a 50 tra forze islamiste e secolari, attivisti socialisti e liberali hanno minacciato di non partecipare ai lavori poiche’ due movimenti islamista sono stati inclusi in quota secolare. E cosi’ Alaa Al-Aswani, scrittore e intellettuale, ha deciso di declinare l’invito a prendere parte all’Assemblea tra i componenti della societa’ civile. Tra passi avanti e brusche retromarce, il cammino verso l’elezione del primo presidente del dopo Mubarak, accende gli animi, mette alla prova il sistema politico egiziano e mette a rischio liberta’ scontate e nuove conquiste.


Il Manifesto
Internazionale, pag.8
giovedì 14 giugno 2012


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