lunedì 18 giugno 2012

Shafiq-Mursi: tra le vie del Cairo il gioco democratico alla vigilia del voto



L'ARABBIA



Egitto • Oggi e domani al voto per scegliere il nuovo presidente, Il candidato islamista accetta il «golpe militare morbido» che ha gettato scompiglio nell’opposizione.


Shafiq vuol dire vendetta



Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO


Sotto il telo che protegge dal sole all’ingresso della moschea Mustafa Mahmud di Mohandessin si sono raccolti gli anti-Shafiq. Il golpe costituzionale morbido ha gettato scompiglio tra l’opposizione. La Camera e il Senato sono chiusi con divieto di ingresso per i deputati. “E’ il tempo di nuovi metodi di protesta” – dichiara al manifesto Alaa Abd-el Fatteh. Il giovane attivista è ancora sotto accusa per aver dato fuoco al quartier generale di Ahmed Shafiq a Dokki. “A quel punto Mursi avrebbe dovuto ritirarsi e non l’ha fatto. I Fratelli musulmani temono il sistema più delle leggi” – continua Alaa. “D’ora in poi ci incontreremo all’improvviso in tutte le strade e le piazza della città per evitare l’arresto” – spiega al manifesto il fumettista Magdy el-Shafee. “Ci sono 9 milioni di egiziani che non trovano rappresentanza politica. Ma ora siamo vulnerabili più che mai. Se Shafiq vince ci aspettiamo la vendetta dell’esercito contro i movimenti” – conclude Magdy. In questo clima di tensione, attivisti di 6 aprile, liberali e socialisti in corteo hanno attraversato via Ahmed Abdel Aziz fino al ponte Qasr el-Nil e sono arrivati di sera a piazza Tahrir. Ma non è finita. Tra poche ore il Consiglio supremo delle forze armate annuncerà una nuova dichiarazione costituzionale e la data delle nuove elezioni parlamentari. Ha raggiunto la folla anche Abou el-Fotuh, islamista moderato escluso al ballottaggio. Ma non tutti i giovani del movimento andranno a votare per Mursi, come indicato da Fotuh. “Non voglio che l’uomo di Mubarak diventi presidente, ma in altre circostanze non è Mursi che sceglierei” – ammette Hossam della campagna elettorale per Hamdin Sabbahi. D’altra parte, il fronte del boicottaggio ha acquistato sempre più spessore. “Shafiq ha già vinto. Dopo la sentenza di ieri la gente celebra la sua vittoria per le strade” – racconta Ahmed Naguib di 6 aprile. “L’esercito ha forgiato la legge elettorale per poi chiudere il Parlamento. E’ un gioco democratico al massacro sulle spalle degli egiziani” – conclude il giovane. Alcuni parlamentari dei Fratelli musulmani hanno seguito il corteo. Sostengono Mursi in ogni modo. “Resistiamo a tutte le campagne di diffamazione. Mursi non avrebbe potuto ritirarsi dalla competizione perché questo non è previsto dalla legge” – spiega al manifesto Mohammed al-Qassas dei Fratelli musulmani. A Libertà e giustizia non resta che rafforzare i controlli ai seggi e chiedere a gran voce le liste elettorali. “Nessuno ha avuto ancora accesso alle liste” – dichiara al manifesto Denis Kadima dell’Istituto elettorale per la democrazia sostenibile in Africa. “Le liste vengono affisse fuori dai seggi solo al momento dell’apertura e non possono essere controllate prima” – denuncia l’osservatore. Insieme ai suoi colleghi visiterà oltre 500 seggi in 15 governatorati. “Le maggiori violazioni al primo turno sono state di poliziotti in borghese ammessi al voto contro la legge” – aggiunge Kadima. Alla vigilia del ballottaggio per le presidenziali, al caffè Nadwa di Abdin continuano ad arrivare poster di Shafiq. L’immagine dell’uomo dei militari è dovunque. Vecchi camion verdi trasportano decine di poliziotti verso i seggi elettorali. Sorseggiano un succo di yansun (anice), mentre ascoltano l’ultimo discorso di Shafiq al popolo egiziano. “Io sono un feloul e per questo voterò per Shafiq. Solo lui può riportare l’ordine in questa assoluta confusione” – commenta Mohammed appena uscito dall’ufficio di Maadi dove vende condizionatori. “Sono tornato alla scelta delle Parlamentari, voto per Mursi” – ribatte Khaled, agente immobiliare, mentre gioca a tawula (backgammon). “Ho deciso di sostenerli, quando i Fratelli musulmani sono stati coinvolti nel processo sulla battaglia dei cammelli” – aggiunge il giovane. Alcuni esponenti della Fratellanza sono accusati di aver innescato gli scontri del 2 febbraio scorso tra pro e anti Mubarak. Tuttavia, la stampa indipendente nutre seri dubbi sulla natura politica di questa inchiesta. D’altra parte, gli accampamenti rimangono in piedi tra i palazzi del potere. Ibrahim ha passato la notte in una tenda alle porte del Senato. “Ero all’assembramento di questa mattina a Giza”. “Per me nè Mursi nè Shafiq rappresentano il cambiamento. Sono pronto a dare la vita perchè la Rivoluzione non muoia” – aggiunge il giovane. Nel pomeriggio, piccoli assembramenti sono proseguiti per chiedere la fine del governo militare avanti alla televisione di stato e lungo la Corniche. Di sera gli anti-Shafiq hanno continuato ad urlare la loro rabbia in piazza Tahrir. Ma i Fratelli musulmani non sono scesi in piazza. Per ora non hanno reagito alle provocazioni dei militari. Aspettano il risultato elettorale, quando sarà forse troppo tardi. Gli egiziani all’estero hanno scelto Mursi, ma il risultato atteso per le vie del Cairo è ben diverso.



Il Manifesto
Internazionale, pag.8
sabato 16 giugno 2012

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