martedì 19 giugno 2012

I giovani boicottano il voto, arrivano i rinforzi per Shafiq




EGITTO AL VOTO · Morsy contro Shafiq, «l’uomo della provvidenza» sfida l’erede del vecchio regime


Ma i giovani disertano le urne: né uno né l’altro



Giuseppe Acconcia 
IL CAIRO



Ai cancelli della scuola Mohammed Farid di Helwan uomini in tunica e zebiba, il segno della preghiera, aspettano di votare per Morsy. “Ha fatto bene a non ritirarsi. E’ lui l’uomo della provvidenza” – racconta Rushdy mentre cancella l’inchiostro rosso indelebile, segno del voto effettuato. Ma un sostenitore di Shafiq lo critica e parte un lungo alterco verbale. Poco più avanti, all’interno della scuola Sannaueia Fanneia, una donna in nikab si svela per il riconoscimento. “E’ Dio a guidare la mia mano” – assicura all’uscita. Dei signori leggono i loro nomi sui grandi fogli affissi nel giardino centrale. Altri si fanno indicare dove votare da uomini della fratellanza, seduti a dei banchetti agli angoli della strada. I seggi si riempiono lentamente, ma l’affluenza appare ancora più bassa del primo turno, quando aveva votato solo il 46% degli aventi diritto. Da Moussa a Shafiq, tutti spingono ad andare a votare. Ma i giovani non raccolgono l’invito. La campagna Muqataoun (boicottaggio) conquista i milioni che hanno seguito le rivolte via internet. “Distribuiamo volantini in metro e incitiamo a non votare attraverso blog e twitter” - racconta Hossam della campagna per il socialista Hamdin Sabbahi. Escluso al primo turno pur avendo ottenuto quattro milioni di voti, Sabbahi ha dato libertà di andare ai seggi o meno al suo elettorato. “Non abbiamo votato per 30 anni e continueremo così, nulla è cambiato” – conclude Hossam. Dal canto suo, Mohammed Morsy, l’uomo della Fratellanza è stato accolto da una grande folla di suoi sostenitori nel seggio di Zagazig a Sharqeya. Sono le sterminate province del Saidi, regno per decenni del Partito nazionale democratico, uno degli ostacoli per la fratellanza. “Pulmann stracolmi di poliziotti in borghese vengono accompagnati ai seggi” – denuncia Libertà e giustizia in una conferenza stampa organizzata in fretta in via Mansour al centro del Cairo. Ma le accuse di brogli sono reciproche. “Ho visitato il seggio di Fayoum sabato mattina. E’ ancora presto per valutare la regolarità del voto” – spiega al manifesto Senna del Carter Center, tra gli osservatori ammessi ai seggi. Molti stranieri e giornalisti locali hanno subito intimidazioni ed accuse da parte di polizia e militari. D’altra parte, nel quartiere popolare di Shubra, quasi tutti votano per Shafiq. Il giudice della commissione elettorale osserva l’aula del seggio della scuola media Ali bin Tabiq. E’ seduto all’antica scrivania mentre consulta le liste elettorali. Al centro, c’è un banco con un’urna piena a metà, ai lati sono sistemati minuscoli banchetti dove siedono i rappresentanti delle due liste. Alle spalle, hanno vecchi mobili coperti di polvere e nell’angolo una piccola cabina di plastica, divisa in quattro postazioni dove un vecchietto apre la sua scheda. “Voglio uno stato laico e non essere cittadino di serie B” – spiega Peter, giovane cristiano copto con al braccio la sua vecchia madre. A Shubra, i copti si sono mobilitati per votare per Shafiq. Anche qui, non mancano voci opposte. “Non amo Morsy ma lo voto. Voglio voltare pagina” – racconta Midu. I Fratelli musulmani reclamano di avere già oltre il 60%, ma la battaglia è ancora lunga. La decisione di Morsy di non ritirarsi ha provocato una dura spaccatura all’interno di Libertà e giustizia. E, secondo la stampa indipendente, il movimento è oggetto di nuove inchieste giudiziarie, legate all’organizzazione internazionale della fratellanza. Shafiq e Morsy contano i rispettivi voti. E mobilitano i loro sostenitori in un contesto di boicottaggio giovanile del voto. Entrambi sembrano pronti a tornare al compromesso, una volta noto il risultato elettorale.

Il Manifesto
Internazionale, pag.6
domenica 17 giugno 2012


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