giovedì 3 maggio 2012

Il sindaco

Sindaci
Pochi giorni alle elezioni. Le strade della città piene di manifesti. Di notte, losche figure ricoprono vecchi simboli con nuovi fogli di propaganda. Al comizio in piazza tanta gente. I due candidati sindaci possono quasi nominare uno per uno i componenti della piccola folla stipata ai piedi del palco. Nessuno dà tanta importanza al simbolo di partito né agli altoparlanti dei camioncini. Uno è medico, non grande oratore ma persona stimata. L’altro è figlio del vecchio sindaco. Niente televisione o molto poca, nessuno può fingere di non sapere chi siano i candidati. Tutti conoscono le loro idee.
E’ dal ’93 che in Italia il sindaco viene eletto direttamente. Nei piccoli centri gli elettori indicano il sindaco e un consigliere comunale collegato alla sua lista. Vince chi ottiene più voti. Nelle grandi città è più complicato. Si può sdoppiare il voto. Scegliere il sindaco e indicare un consigliere che appartenga ad un’altra lista. Vince chi ottiene più della metà dei voti. Se ciò non accade si organizza il ballottaggio. Chi vince ottiene in ogni caso il 60% del futuro consiglio comunale. Questo permette di governare con sicurezza. Per l’Italia è un sistema rivoluzionario. Si deve scegliere. Questo rafforza la leadership delle comunità locali. Dà potere a chi è più vicino ai cittadini. Il sistema funziona se si è chiari nel definire i compiti di ciascuno per evitare sovrapposizioni tra livelli di governo. Spesso, sono proprio le autonomie locali a non disporre di risorse necessarie per affermare la propria forza. Il sindaco in Italia può fare ancora poco.
I sindaci hanno un peso politico particolare. Chi viene eletto in grandi città può pensare ad una folgorante ascesa politica. Alcuni sfruttano la propria fama per ottenere consenso. Altri acquistano un potere politico personale tale da proporre liste individuali che aggiungono consensi ai partiti di appartenenza. Rosa Aguilar, alcaldesa di Cordoba dal 2000, ha trasformato la sua città. E’ ora un riferimento nell’attuazione di politiche sociali locali per tutta la Spagna. Mentre all’inizio era sostenuta da una coalizione, è stata rieletta sindaco con i soli voti dell’Izquierda Unida. Ken Livingstone, sindaco di Londra, è stato eletto da indipendente nel 2000 nonostante avesse lasciato i laburisti. Ha acquistato una tale popolarità per la politica di decongestione del centro e per l’opposizione alla guerra in Iraq da ottenere la rielezione nel 2004, sostenuto dal Labour. Bloomberg, sindaco di New York dal 2002, ha sfruttato la sua ricchezza per essere eletto tra i repubblicani. Ha tentato di risollevare la città dopo gli attacchi terroristici aumentando il consenso. Jang Zemin, sindaco di Shanghai fino all’87, è divenuto segretario del Partito Comunista Cinese anche grazie all’inflessibilità dimostrata durante la strage di Piazza Tienanmen. Achille Lauro, ricco armatore, eletto sindaco di Napoli nel ’51, è stato un esempio di populismo e speculazione edilizia tanto da fondare il Partito Monarchico.
Un mondo governato dalle città rende il sindaco protagonista delle comunità. Se alla leadership individuale si uniscono il sostegno di un partito e poteri definiti ed effettivi, il futuro sarà guidato da una rete di sindaci.

Giuseppe Acconcia
2007
http://lacasaorca.altervista.org/sito/Frammenti.html#fra

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