giovedì 31 maggio 2012

Radio in blu. Notizie in corso... Le elezioni presidenziali





Radio in blu
Notizie in corso...
condotto da Federica Margaritora
In collegamento dal Cairo per commentare la seconda giornata di voto per le elezioni presidenziali egiziane.
venerdì, 25 maggio 2012



http://www.radioinblu.it

martedì 29 maggio 2012

L'incubo del ritorno al passato e il bel risultato socialista


Egitto/ LA VITTORIA DEI FRATELLI MUSULMANI AL PRIMO TURNO DELLE PRESIDENZIALI
L’incubo del ritorno al passato e il bel risultato socialista

Giuseppe Acconcia
IL CAIRO



“Ora sia Fotuh a sostenerci al secondo turno” – dichiara al Manifesto, Mohammed Mursi, leader del partito dei Fratelli musulmani e vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali in Egitto. “Il suo programma non differisce dal nostro. E’ il tempo dell’unità” – continua Mursi. “Daremo la vicepresidenza ad uno dei candidati che non ha superato il primo turno” – aggiungono i leader della fratellanza nella conferenza stampa di sabato, organizzata per dichiarare la vittoria. Si sono chiuse da 48 ore le urne, non ci sono ancora i risultati definitivi, ma con oltre il 25% dei voti Mohammed Mursi passa al secondo turno insieme all’ex uomo di Mubarak, Ahmed Shafiq (24,8%). Mursi è l’unico dei candidati con alle spalle la grande organizzazione di un partito (Libertà e giustizia) con un controllo capillare del territorio. In più, gli sheikh delle moschee hanno chiesto ai fedeli di votare per l’esponente della fratellanza nei sermoni del venerdì.
Mentre militari entrano ed escono dai seggi, al caffè Marusa di via Port Said nel quartiere di Sayeda Zeinab si festeggia il grande risultato dell’“aquila” di Hamdin Sabbahi. La grande sorpresa dell’Egitto del dopo rivolte sono i socialisti. Hanno conquistato nuovo spazio, nonostante la retorica nazionalista li abbia per decenni disattivati nel sistema del partito unico voluto da Nasser e dai suoi successori. Sabbahi, nasserista, ex leader di Karima (dignità), “è l’unica alternativa al populismo nazionalista e islamista”, assicura Khaled. Il giovane attivista porta al braccio il simbolo di Amr Moussa. “Per un giorno di campagna elettorale mi hanno pagato 150 ghinee (circa 18 euro). Ma l’unico successo per la rivoluzione può venire da Sabbahi, che non aveva i mezzi per fare campagna elettorale”.  E così, il terzo posto di Sabbahi, con il 20%, sembra davvero incredibile. L’ex sindacalista ha convinto gli elettori dei grandi quartieri urbani del Cairo, Giza e Alessandria dosando elogi e critiche per riforma agraria e capitalismo di stato di Nasser. “Sabbahi era in piazza Tahrir ed è uno dei pochi candidati che, ufficiosamente, abbiamo sostenuto contro il vecchio regime” – aggiunge al Manifesto Ahmed Maher di “6 Aprile”.
D’altra parte, il quarto posto di Abou el-Fotuh, progressista espulso dalla fratellanza musulmana, chiarisce come sinistra secolare e islamismo riformista abbiano un nuovo spazio da organizzare nella società egiziana. Nella sede del movimento di Fotuh nel quartiere di Helmeya non si nasconde la delusione. “Non  sosterremo chi ci ha cacciato” - dichiara affranto al Manifesto Ahmed Samir – “Fotuh è l’uomo del progresso per giovani e poveri, ma la campagna elettorale per le strade non ha pagato”. In realtà, anche l’incognita del voto salafita si è finalmente sciolta. Nessuno di el-Nour ha appoggiato Fotuh. “Mursi sarà il nostro candidato al secondo turno” – ammette Emad Ghafour, insieme ai network salafiti, incluse le gama’at al-islamiyya.
Poche le luci e tante le ombre di questo voto: “è un incubo. Ora per chi dovrei votare?” – dice Walaa, attivista dei movimenti di resistenza extraparlamentare in piazza Tahrir. Il secondo posto di un feloul (uomo del vecchio regime), come Ahmed Shafiq, preoccupa non poco. “E’ vero che gli egiziani vogliono sicurezza e stabilità, ma l’elezione di Shafiq porterebbe soprattutto nuove manifestazioni” – commenta Gamal Gawad del Centro studi Al-Ahram. “Shafiq ha ottenuto l’appoggio di militari, degli ex uomini del Partito nazionale democratico e della Chiesa copta” – continua l’analista. E così, come dimostrato dalla strage dello stadio di Port Said del febbraio scorso, l’ex partito di Mubarak è in grado ancora di controllare “un sistema di piccola criminalità e di voto di scambio” che attiva violenze o impone alla polizia di non intervenire per sedare incidenti. Per queste ragioni, da deputati e intellettuali si sono immediatamente levate voci contro Ahmed Shafiq, che dovrà rispondere delle accuse di frodi elettorali. In questo senso, il deputato liberale Amr Hamzawi ha chiesto Mursi di dimettersi, perchè tutto il fronte delle opposizioni al vecchio regime “si unisca intorno a Sabbahi”. Nonostante ciò, proprio i liberali sono i grandi sconfitti di questo voto. El-Baradei ha lasciato il paese, dichiarando l’illegittimità del nuovo presidente “in assenza della nuova Costituzione”. La milionaria campagna elettorale di Amr Moussa, quinto, ha raccolto una fredda accoglienza nel popolo egiziano. Si attendono le indicazioni di voto di Fotuh e Sabbahi per capire quante possibilità abbia Ahmed Shafiq di sconfiggere Mursi al secondo turno puntando, da una parte, sul pericolo di un presidente islamista e, dall’altra, sulla promessa di un premier della Fratellanza. E’ certo che in Egitto dalla gioia di andare al voto senza conoscere già il risultato si è passati in poche ore all’incubo del ritorno al passato.

Il Manifesto
Internazionale, pag.6
domenica 27 maggio 2012


sabato 26 maggio 2012

il Mulino




Lettere internazionali
Il Cairo, 25/5/2012
Giuseppe Acconcia, 25 maggio 2012

Giovani al voto senza partito. L’Egitto vota in un clima di grande attesa. Si dividono i giovani di piazza Tahrir. Alla vigilia delle presidenziali, era il giuslavorista Khaled Ali a raccogliere il voto giovanile, confluito nel cartello elettorale Thaura Mustamarra (“Rivoluzione continua”). Nelle ultime settimane ha conquistato

venerdì 25 maggio 2012

In milioni di fronte alla tv per il faccia a faccia Futuh-Moussa



Terzo appuntamento con la rubrica settimanale a firma di Giuseppe Acconcia – autore per Infinito edizioni del libro dal titolo “La primavera egiziana” – in vista delle elezioni presidenziali egiziane, previste per il 23 e 24 maggio 2012, con eventuale ballottaggio il 16 e 17 giugno. (©Infinito edizioni 2012 – Si consente l’uso libero di questo materiale citando chiaramente la fonte)
Milioni di egiziani hanno assistito lo scorso giovedì al primo dibattito pre-elettorale nella storia del paese in vista delle presidenziali del 23 e 24 maggio. Lo scontro tra Amr Moussa, ex Segretario della Lega araba, e Abou el-Fotuh, ex esponente dei Fratelli musulmani, si è tenuto sugli schermi del network indipendente Ontv.
Hanno acceso il dibattito i giudizi reciproci sul vecchio regime e il ruolo della religione nella nuova Costituzione. Moussa viene accusato dai giovani rivoluzionari di aver taciuto per troppi anni la repressione, come ministro degli esteri durante la presidenza Mubarak, mentre Abou el-Fotuh di essere espressione dell’islamismo politico. Tuttavia, le quotazioni di Fotuh crescono rispetto al candidato ufficiale di Libertà e giustizia, Mohammed Mursi. Fotuh si è espresso per la fine del governo militare. Per le sue posizioni sui temi dei diritti dei lavoratori e l’integrazione dei giovani nel mercato del lavoro, attrae i voti anche di movimenti liberali e secolari.
Infine, esponenti di spicco del partito salafita al-Nour hanno dichiarato di sostenerlo. Secondo gli ultimi sondaggi, guadagna invece consensi Ahmed Shafiq, ultimo primo ministro nominato da Mubarak e appoggiato dai nostalgici del Partito nazionale democratico. Fino alla scorsa  settimana, Shafiq ha dovuto fronteggiare vari ricorsi per la validità della sua candidatura, che ora è ufficialmente confermata. Sono continuate per tutta la settimana le marce di protesta contro gli arresti di centinaia di attivisti in seguito agli scontri di Abbasseya che hanno causato la morte di oltre dieci persone. Molte attiviste hanno denunciato di aver subito assalti e violenze da parte delle forze di sicurezza.

Dal Cairo, Giuseppe Acconcia

(“La primavera egiziana”, Infinito edizioni, 2012, pagg. 157, € 13,00)


http://www.anordestdiche.com/senza-categoria/egitto-in-milioni-di-fronte-alla-tv-per-il-faccia-a-faccia/

lunedì, 14 maggio 2012



mercoledì 23 maggio 2012

Alcuni interventi dalla presentazione di Cava de' Tirreni


Stralci della presentazione del libro LA PRIMAVERA EGIZIANA e le Rivoluzioni in Medio Oriente
Hanno partecipato Emilio D'Agostino e Francesca Pilla
Videoracconto di Massimo Croce
Ha coordinato e letto con l'autore Davide Speranza


Mediateca MARTE
Corso Umberto I, 137,
Cava de' Tirreni (SA)
venerdì 20 aprile 2012, ore 19.00

La recensione su Il Mattino



Il saggio

Cronache da una rivoluzione inconclusa

Accade ben di rado che un saggio di carattere socio-politico, e per di più relativo ad un fenomeno ancora in piena evoluzione come quello della caduta di Mubarak, narri con accenti letterari gli accadimenti dei quali indaga le ragioni profonde, le dinamiche in atto e le prospettive a breve e lungo termine. Eppure “La Primavera egiziana e le Rivoluzioni in Medio Oriente” (Infinito Edizioni, euro 13) di Giuseppe Acconcia ha proprio il pregio di un lungo racconto che prende le mosse da Damasco nel 2009 su un vecchio treno tedesco ad otto vagoni che raggiunge il Kurdistan turco per passare in Iran attraverso una frontiera che lo separa dal mondo intero. Acconcia rivede finalmente il paese che ama, «la terra metafisica dei filosofi, il sogno di Ali Shariati, uno degli ideologi della Rivoluzione islamica, è la realtà di queste strade», scrive Acconcia che poco prima, attraversando i villaggi attorno a Tabriz, ne ha lodato «la bellezza più intensa della loro povertà». Vi giunge in un momento particolare, proprio quando cominciano le proteste contro la rielezione-farsa di Ahmadinejad. In quei giorni di spasimo tornavano a casa i manifestanti rimasti feriti nel corso delle proteste. Per Acconcia la tappa a Teheran sarà illuminante perché, una volta in Egitto, si renderà conto che tutte le tecniche di guerriglia usate dai giovani iraniani vengono riprese dai loro coetanei egiziani nel 2011. Il racconto dei giorni di Piazza Tahrir è la parte più interessante del libro perché fa la cronaca dei diciotto giorni della rivolta minuto per minuto, stando al fianco dei manifestanti dal 25 gennaio, quando cominciano le manifestazioni e gli scontri con la polizia, fin all’11 febbraio, quando Mubarak si dimette. Sono i giorni in cui muoiono circa 850 persone, uccise dalle forze di sicurezza, sono i momenti drammatici in cui gli egiziani, per difendersi, organizzano dei gruppi di resistenza attorno alle loro case perché ex detenuti messi in libertà dalla polizia scorazzano indisturbati per ogni dove. Con la caduta del rais emerge il tratto distintivo della rivoluzione, e cioè l’accordo tra esercito e Fratelli Musulmani, lo stesso che oggi ne mette a rischio i risultati, tanto che viene visto dai più come un tentativo di bloccarla. A questo punto il racconto prosegue con le vicende degli ultimi due mesi dell’anno scorso, quando i manifestanti hanno ormai capito di essere stati scippati della loro Rivoluzione e che i primi ad avvantaggiarsene sono stati proprio i Fratelli Musulmani che con le elezioni hanno visto crescere il consistente potere che già avevano nel paese, dove da sempre si sostituiscono allo Stato nella gestione dei servizi sociali. Acconcia perciò mette in evidenza l’estrema pericolosità degli estremisti salafiti, e lo fa dando voce non solo alle persone della strada che hanno partecipato alle manifestazioni, ma anche alle avanguardie degli attivisti. Ha raccolto, infatti, il pensiero di Hossam Hamalawi, che è il blogger più importante d’Egitto, di Alaa Abd el-Fatteh, da poco scarcerato per essersi opposto all’esercito, di Zyad el-Aimi, uno degli attivisti più ostili al passato regime che ora è parlamentare, e finanche ha dato voce all’ottuagenario poeta in vernacolo Ahmad Foad Nigm che ha partecipato alla rivoluzione del 1952. Lentamente l’autore è diventato parte della società egiziana, presentandone la primavera rivoluzionaria su vari organi di informazione, tra cui Radio 2-Carterpillar, Radio 3 e Rai News 24. Ancora è difficile capire lo sbocco finale dei fatti narrati, ma potrebbe darsi che, ancora una volta, sia l’Iran a raggiungere per primo una compiuta democrazia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Pecoraro

domenica 13 maggio 2012Il Mattino, Cultura e Società

lunedì 21 maggio 2012

Le foto della presentazione di Milano












































Hanno partecipato Paolo Graziano e Serida Catalano

Ha letto con l'autore Gianmaria Marrara

Associazione Gheroartè
Via Gramsci, 4
Corsico (MI)
martedì, 15 maggio 2012