giovedì 16 febbraio 2012

Il muro del Macrico

Gli ambientalisti danno battaglia per bloccare la mega speculazione in pieno centro
di Giuseppe Acconcia

Riparte la mobilitazione per difen­dere 1'ex caserma Macrico dalle speculazioni. Per i prossimi giorni il Comitato Macrico Verde ha organizzato iniziative per sollevare ancora 1'atten­zione sull'immensa area nel centro di Caserta. Il 30 aprile prossimo attivisti e cittadini tenteranno di disegnare mura­les su una piccola parte delle infinite mu­ra di recinzione. I1 21 maggio chiederan­no simbolicamente di aprire le porte della strutture. «Si tenta una mobilitazione continua per opporsi ad atti di prepoten­za diffusa, che bloccano ogni iniziativa per una Caserta diversa» racconta Fabio Basile del centro sociale ex Canapificio. Le controversie tra associazioni e istitu­zioni per la destinazione dell'area vanno avanti da anni.
Lo scorso marzo è stato firmato un protocollo d'intesa tra provincia di Ca­serta, facoltà di Scienze naturali della Se­conda Università di Napoli e Corpo forestale per la realizzazione di un Orto bota­nico nel casertano. È un primo passo an­cora aleatorio per la destinazione della vecchia area militare. Infatti, non si fa cenno all’ex Macrico. Lo scopo indiretto è di spingere il Comune a collocare pro­prio in quell’area l'orto botanico. Dietro il muro del Macrico si nascondono inte­ressi economici e politici per una delle aree potenzialmente edificabili più grandi della Campania. Un luogo surreale: 324.500 mq in pieno centro, nei pressi della Reggia di Caserta al termine di cor­so Trieste. Sconosciuto ai casertani.
Ricoperto di sterpaglie e radici ingo­vernate, si notano piccole costruzioni militari in muratura, alcune in metallo e lamiera. Un quarto dell'area è attual­mente edificata. Addirittura, quando la Macrico era ancora un’area militare, vari costruttori raccoglievano quote per rea­lizzare cooperative. La proprietà dell'a­rea è ora nelle mani dell'Istituto Diocesa­no per il Sostentamento del Clero. Purtroppo, il Comune non ha mai preso in considerazione serie rivendicazioni de­maniali. Nonostante il vescovo Nogaro abbia nel 2000 sostenuto e di fatto aperto e iniziative del comitato Macrico Verde, la Curia intende ottenere il maggior pro­fitto possibile dalla vendita dell'area. Si parla di almeno 40 milioni di euro più al­cuni edifici riservati.
Qui entrano in gioco interessi politici. Il Piano regolatore del 1987 destina le ex aree militari a zone pubbliche. Pertanto 1'ex Macrico sarebbe un luogo non edifi­cabile. Si ridimensionerebbe il suo valore a circa 10/12 milioni di euro. Il Comune durante la consiliatura Falco ha, invece, appoggiato iniziative per 1'edificabilità dell'area. Una miniera per tutte le imprese edili del casertano e per chi le sostie­ne. Tra i progetti presentati ha ricevuto il maggior credito lo studio dell'architetto Stefano Boeri, sostenuto anche dai mag­giori partiti di centro sinistra. Questo la­voro prevede la destinazione a parco pubblico di parte dell'ex Macrico e la co­struzione di un museo, di un albergo, del nuovo Municipio, di parcheggi, di un asse viario sotterraneo, di varie attrezzatu­re e abitazioni. Utilizzando capitali misti e coinvolgendo le imprese edilizie della provincia.
«Sulla carta il progetto Boeri - sostiene Maria Caiola, eletta nel 2002 nel consi­glio comunale di Caserta per la lista civi­ca Macrico Verde - prevede la destina­zione dell'80% dell'area a verde pubblico. In realtà si fa riferimento a edifici di sette piani e a costruzioni di dubbia de­stinazione. Pilastri fino al terzo piano. Una sorta di base per ulteriori costruzio­ni». II sospetto che si tratti di un'opera­zione speculativa è innegabile. Un esem­pio viene dalla zona sud orientale di Ca­serta. Per 1'ex vetreria Saint Gabain si prevedeva, infatti, un progetto simile. In questo momento la realizzazione vede impegnate imprese di edilizia privata in direzioni divergenti rispetto alle iniziati­ve presentate. Le organizzazioni no-pro­fit, Legambiente, Italia Nostra e tutte le associazioni che hanno formato nel 2001 il Comitato Macrico Verde sostengono, invece, la destinazione dell'intera area a parco urbano. Appoggiate da Verdi e Ri­fondazione Comunista.
Con l'intervento dell'Università di Napoli si pensa di dedicare 100mila mq per il già citato orto botanico. Di mantenere la struttura attuale dell'area con boschi e giardini per una delle province meno verdi d'Italia. Di prevedere il recupero degli edifici in muratura per servizi so­ciali e culturali. I lavori non sarebbero costosi ne lunghi visto lo stato dei luoghi. A questo scopo è stata proposta nel 2005 l'iniziativa simbolica di acquistare il ter­reno. Ogni cittadino avrebbe sostenuto il progetto donando 50 euro per mq. «Sono venuti a mancare i contributi di Italia Nostra - sostiene Sergio Tanzarella, pre­sidente del Comitato Macrico Verde -. Inoltre, non sono arrivati fondi comuni­tari come invece avevano promesso al­cuni europarlamentari dei Verdi. Infine, il presidente Bassolino, sebbene si sia impegnato per il parco, non ha agito di conseguenza». Nel contesto casertano, anche un solo mattone apre il varco ad interventi successivi, «si parla gia del coinvolgimento di Cristiana Coppola - prosegue -, presidente degli industriali campani, per la costruzione di un esteso campo da golf». La vicenda chiarisce l'importanza della mobilitazione contro conflitti di interesse che bloccano ogni progetto di crescita. Questo rafforza il principio di autodeterminazione dal basso per influire nelle decisioni su impor­tanti interventi urbanistici.
Il caso del quartiere Isola nel centro di Milano ne è un esempio. La «città della moda» sarà probabilmente realizzata de­turpando una potenziale area verde. Tut­tavia, i progetti hanno dovuto tenere conto delle richieste della Stecca degli ar­tigiani, centro sociale molto attivo in cit­tà, e di tutti i movimenti di opposizione al progetto. A Caserta potrebbe avvenire lo stesso. Anche se interessi di costruttori e di gruppi camorristici dovessero preva­lere, si dovrà tenere conto dello sforzo di movimenti e cittadini per una città più vivibile.

Giuseppe Acconcia
venerdì, 28 aprile 2006

Nessun commento:

Posta un commento