martedì 3 gennaio 2012

Intervento dal Cairo al convegno sui migranti

"Venti di democrazia dal nordafrica"
di Vittoria Caffaro
Domenica 10 aprile 2011 dalle ore 9,00 presso la sala riunione del Piano Sociale di zona Ambito S1 in via Libroia, 52 a Nocera Inferiore si è tenuto il convegno sull'immigrazione "Venti di democrazia dal nordafrica" promosso dall'Arci di Nocera nell'ambito del progetto "Crescere insieme - attività interculturale".

L'incontro è stato l'occasione per le realtà del territorio che si occupano di immigrazione di discutere e confrontarsi con quanto sta avvenendo in Africa, delle rivolte, dei movimenti rivoluzionari. Contemporaneamente l'associazione Goré di Sarno ha allestito una mostra fotografica dal titolo "Dall'emigrazione all'immigrazione". Cuore dell'intero convegno è stato l'intervento, in collegamento video dall'Egitto, di Giuseppe Acconcia, giornalista e ricercatore specializzato in Medio oriente, collabora con diverse testate giornalistiche, vive tra l'Italia e l'Egitto ed è impegnato nella cooperazione euromediterranea. Numerose sono state le domande dei presenti alle quali Giuseppe ha risposto con sollecitudine ed attenzione, raccontando il clima che si respira in questo periodo in Egitto, di come il movimento rivoluzionario si stia diffondendo grazie a facebook, della grande attivazione e partecipazione dei giovani e delle donne, in prima linea sia nell'organizzazione di manifestazioni che in piazza a protestare. Il nostro Centro ha partecipato attivamente all'incontro perché il gruppo di persone che frequentano il Corso di italiano presso il Centro di Accoglienza La Tenda, in via Isaia Rossi a Nocera Inferiore ha discusso durante gli ultimi appuntamenti di quanto sta avvenendo nei Paesi del Nord Africa e in particolare della rivolta del popolo libico contro la dittatura di MU' AMMAR GHEDDAFI e dei continui sbarchi che stanno portando in Italia tante persone. Durante il convegno, a nome di tutto il gruppo del corso, è intervenuta ISUMY di origine cubana, in Italia da due mesi, laureata in matematica e che vive a Nocera. Ecco quanto ha detto Isumy:
La Libia come paese orientale ha come economia fondamentale il petrolio quindi è un paese molto ricco. La rivoluzione del popolo libico è un fatto interno, dopo si è trasformato in una situazione politica internazionale, perché i paesi stranieri che sono intervenuti in Libia lo hanno fatto perché Gheddafi non rispettava il popolo libico.
Il popolo libico deve essere aiutato non solo dall'Italia, ma anche da tutti gli altri paesi. L'aiuto che sta ricevendo non è sufficiente e il problema interno è ancora grave. La vita del popolo libico ha bisogno di un cambiamento totale. La Libia può riuscire anche da sola a risolvere questa situazione. L'intervento degli altri paesi è piuttosto politico; difatti, ritengo che sia stato fatto essenzialmente per il petrolio. La gente innocente non dovrebbe morire in questo modo. Spero che il leader libico si arrenda e lasci il popolo libero a scegliere da sé. I giovani africani si ribellano alla dittatura per avere libertà, migliori condizioni di vita, un lavoro, una famiglia ecc. Rispetto alla Libia la Tunisia è un paese povero. Non ha scuole, non c'è lavoro, non c'è tutela della salute. Anche se non c'è più la dittatura il tunisino scappa per trovare subito condizioni di vita normali. I giovani africani si ribellano perché sono disperati. A causa della povertà molti africani sono costretti a prendere decisioni eccessive come emigrare anche a costo della propria vita. Ritengo che a differenza della Libia gli altri paesi africani debbano ricevere un concreto aiuto umanitario come la costruzione di strutture e l'adozione a distanza dei bambini senza famiglia.
Nel mio paese (Cuba) i giovani non si ribellano anche se esiste la dittatura e la mancanza di libertà ed è certo che Cuba è un paese povero bloccato e del terzo mondo, però il potere costituito ha dato al popolo i servizi principali affinché questo ne potesse usufruire come: scuola, istruzione, salute e assistenza minima agli anziani.

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