mercoledì 7 dicembre 2011

Le prime manifestazioni in Tunisia

Le proteste in Tunisia hanno raggiunto la capitale. Questa mattina, nonostante la calma apparente, nel quartiere di Ettadhamen, è stato ucciso un tassista, che ha violato il coprifuoco indetto a partire dalle 8 di ieri sera dal presidente Ben Ali. Mentre a Biserta la folla ha saccheggiato negozi e centri commerciali.
Almeno sei sono stati i morti negli scontri di ieri tra polizia e manifestanti. Per la prima volta, studenti, sindacalisti, operai e gruppi di opposizione hanno sfilato lungo i viali di Tunisi. Le forze di polizia hanno disperso la folla con il lancio di lacrimogeni, procedendo ad arresti sommari. Sono in prigione anche docenti universitari e Hamma Hammami, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori. Anche la troupe del tg3 è stata aggredita, senza conseguenze, durante gli scontri di ieri.
Le manifestazioni contro il carovita erano partite nel dicembre scorso nella vicina Algeria. Si erano subito diffuse nelle principali città tunisine tra cui Sfax, Touzer, Douze e Kasserine, costando la vita di almeno 50 persone. La dura reazione delle autorità tunisine aveva determinato critiche per un “uso sproporzionato” della forza da parte di Stati Uniti e Unione Europea.
I manifestanti chiedono le dimissioni del presidente Ben Ali e un percorso verso la transizione democratica del Paese. Il presidente, al potere da ventitre anni, ha accettato le dimissioni del capo di Stato Maggiore e ha sostituito il ministro degli Interni. Nella giornata di ieri, Ben Ali ha disposto il rilascio di gran parte degli arrestati tra i manifestanti dei giorni scorsi. Intanto, la first lady Leila Ben Ali, accusata dai gruppi di opposizione di abusi di potere, e la figlia sono espatriate.
A Tunisi, l’esercito ha circondato la televisione di stato, l’ambasciata francese e Avenue Bourghiba. I palazzi delle istituzioni sono sotto l’assedio dell’esercito anche nelle principali città tunisine. Tanto che alcuni siti d’informazione egiziani parlano di un colpo di stato militare in corso. Il giornalista e scrittore Taoufik Ben Brik, rilasciato otto mesi fa dopo l’intervento della diplomazia americana, ha dichiarato: «Gridano “Ben Ali fuori!”. Stiamo assistendo ad una vera rivoluzione». I manifestanti si organizzano attorno a vari siti indipendenti e alle trasmissioni radiofoniche di radio Kalima, che dà voce ai comizi dei sindacalisti coinvolti nelle manifestazioni.
Quali saranno gli esiti delle proteste è ancora difficile prevederlo. Appare improbabile una destituzione cruenta del presidente, mentre graduali riforme, soprattutto economiche, sembrano inevitabili. Il modello egiziano potrebbe essere in un primo momento il più credibile, con l’estensione dei sussidi sul pane e i beni di prima necessità. Ma potrebbe non bastare.

Giuseppe Acconcia

13/01/2011

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