lunedì 7 novembre 2011

Il governo di Mubarak ed il referendum antidemocratico

Il referendum dello scorso 26 marzo per l’approvazione degli emendamenti a 34 articoli della
Costituzione egiziana ha accelerato il processo antidemocratico avviato in Egitto già dal 2005.
Secondo i dati presentati dal Ministro dell’Informazione, l’affluenza alle urne è stata molto bassa, tra il 23 ed il 27%, mentre la quasi totalità dei votanti si è espressa favorevolmente all’approvazione degli emendamenti. Tuttavia, partiti di opposizione, osservatori di organizzazioni internazionali e giornalisti avanzano dubbi sulla regolarità del voto e sui dati ufficiali forniti dal governo egiziano.
In primo luogo, gli emendamenti approvati faciliteranno la successione del presidente Hosni
Mubarak aprendo la strada al figlio Gamal. In secondo luogo, limiteranno il ruolo dei Fratelli
Musulmani, maggior gruppo di opposizione, introducendo liste elettorali compilate dai partiti con l’abolizione delle preferenze. Questo meccanismo ha permesso finora a candidati indipendenti
vicini ai FM di essere eletti nonostante lo status di semilegalità del movimento. Inoltre,
l’emendamento dell’articolo 179 conferirà al presidente poteri speciali “in caso di pericolo di
terrorismo” rafforzando l’applicazione delle leggi sullo stato di emergenza approvate nei primi anni ’80 e ancora in vigore. Infine, l’emendamento all’articolo 88 limiterà la supervisione della magistratura sul procedimento elettorale.
I partiti di opposizione hanno boicottato il referendum ed organizzato manifestazioni nei pressi del Parlamento e durante le ore in cui si è votato. In verità, le riforme approvate rientrano in una più ampia logica di limitazione dell’opposizione che colpisce i FM come maggior gruppo alternativo al Partito Nazional Democratico di Mubarak. Nelle ultime settimane 300 Fratelli Musulmani sono stati arrestati con l’accusa di riciclaggio di denaro, terrorismo e di appartenere ad una organizzazione bandita. I procedimenti a carico di 40 leader del movimento, tra cui la vice Guida Suprema Khayrat Al Shatir e un membro dell’ufficio di guida Muhammed Ali Bishr, sono stati trasferiti al tribunale militare. La Corte penale del Cairo ha, poi, congelato da 200.000 a 8 milioni di dollari a 29 figure prominenti dei FM responsabili della gestione finanziaria della Confraternita.
Già nel febbraio del 2005 erano chiare le intenzioni del presidente Mubarak di rafforzare i poteri della presidenza della Repubblica e ridimensionare l’opposizione politica. L’annunciato
emendamento all’art.76 della Costituzione che avrebbe dovuto favorire l’elezione diretta del
presidente egiziano tra più candidati, ha di fatto permesso la rielezione di Mubarak per il sesto incarico consecutivo. I FM si sono opposti all’emendamento ed hanno chiesto di limitare la
presidenza a due termini di quattro anni. Negli stessi mesi sono state organizzate le prime
manifestazioni di dissenso a cui hanno partecipato attivisti dell’opposizione, giornalisti, medici e studenti. I FM hanno sostenuto cautamente queste iniziative ed organizzato proprie manifestazioni.
Questa mobilitazione ha causato la dura repressione delle autorità egiziane. Nel 2005 sono stati
arrestati almeno 1500 sostenitori dei FM ed attivisti per le riforme. Alle elezioni politiche del novembre 2005 l’unico movimento ad aver ottenuto un’importante affermazione elettorale sono stati i FM conquistando 88 seggi parlamentari su 454. Questa nuova visibilità assicurata in Parlamento alla Confraternita sembra voler dividere un’opposizione politica già frammentata e dimostrare alla comunità internazionale che una maggiore liberalizzazione politica darebbe nuovo vigore ai movimenti islamisti. Il rafforzamento parlamentare non ha impedito, infatti, un’ulteriore ondata repressiva contro i FM. Da marzo ad agosto del 2006, 700 membri del movimento sono stati arrestati.
Le ondate di arresti del 2005-2006 hanno riproposto un’ambigua logica politica di confronto tra FM e regime egiziano che ha fatto corrispondere ad un avanzamento dell’uno l’aggressione dell’altro nel rispetto di informali limiti reciproci. Invece, il referendum confermativo e l’attuale ondata di arresti

Giuseppe Acconcia
affarinternazionali.it

Nessun commento:

Posta un commento