mercoledì 12 ottobre 2011

I centri del potere politico-economico in Iran

Il Presidente della Repubblica in Iran non detiene alcun potere sostanziale. La Società del Clero Combattente, il maggior gruppo che ha sostenuto il movimento riformista, è parte del sistema rivoluzionario ma gradualmente escluso dai luoghi principali del potere. I gruppi Mosharekat e Mojaheddin Enghelab-e eslami non hanno alcun accesso reale alle istituzioni rivoluzionarie.


Le istituzioni khomeiniste post rivoluzionarie hanno limitato l’accesso al potere politico delle componenti liberali e comuniste, prima, e bloccato ogni tentativo di riforma, poi, forzando i meccanismi democratici che esse stesse prevedevano.



La Guida Suprema ed il Consiglio dei Guardiani

I poteri politici e di controllo più forti sono nelle mani della Guida Suprema della Rivoluzione, nominato a vita dall’Assemblea degli Esperti. Questi riveste le cariche di Capo delle forze armate, nomina sei giuristi del Consiglio dei Guardiani, il capo del sistema giudiziario, il Presidente della televisione e della radio di stato, il capo dei pasdaran e dei servizi paramilitari e di sicurezza. A queste cariche formali deve essere aggiunta una rete di uomini di fiducia controllati dal leader. Queste persone sono inserite nei ministeri, nelle forze armate, nelle amministrazioni locali, nelle associazioni, nelle Ong.


Il principio di governo del faqih è assente nel sistema sciita perché ogni fedele sceglie un ayatollah di riferimento. Nessun ayatollah può interferire nella sfera di azione di un altro ayatollah. Khomeini ha forzato questo sistema introducendo la figura di Guida Suprema grazie alla sua leadership carismatica. Alla sua morte, Khamenei è stato nominato suo successore pur non godendo del sostegno di alcune componenti del clero presenti nelle città di Qom e Mashad, tra cui l’ayatollah Montazeri. Tuttavia, questi gruppi non rappresentano un’opposizione politica perché accettano per legge la carica di Guida Suprema.



Le istituzioni rivoluzionarie ed il sistema giudiziario

Il Consiglio dei Guardiani, presieduto dall’ayatollah Jannati, ultraconservatore, è composto da dodici giuristi, sei laici nominati dal Parlamento, sei religiosi, nominati dalla Guida Suprema. E’ l’ultima istanza interpretativa della Costituzione. Decide puntualmente sulla compatibilità di ogni legge approvata dal Parlamento con la legge islamica. Esercita, inoltre, un controllo di compatibilità preventiva dei candidati alle elezioni parlamentari e presidenziali.


L’Assemblea degli Esperti è composta da 86 membri, eletti a suffragio universale. L’elezione avviene ogni otto anni su base regionale: ognuna delle 28 province nomina un suo rappresentante, uno in più per ogni 500.000 abitanti oltre il milione. L’Assemblea ha il compito di nominare la Guida Suprema e ne può decidere la deposizione in caso di incapacità di governo o se perde i requisiti previsti dalla Costituzione. L’assemblea è dominata dalla destra tradizionalista ed è presieduta dall’ayatollah ali Meshkini.


Il Consiglio per la Determinazione delle scelte è stato costituito da Khomeini nel 1988 per risolvere i conflitti tra Parlamento e Consiglio dei Guardiani. E’ formato da 31 membri scelti tra le diverse correnti politiche. Ha il potere di far approvare una legge che sia stata rifiutata dal Consiglio dei Guardiani ma che sia stata votata nuovamente dal Parlamento. Oggi ne è Presidente Rafsanjani.


La Guida Suprema e con lui la destra tradizionalista controllano, inoltre, anche l’intero sistema giudiziario. La Guida Suprema nomina il Capo del Sistema giudiziario, oggi l’ayatollah Hashemi Shahroudi. Quest’ultimo controlla servizi di informazione e di polizia, direttamente dipendenti dal sistema giudiziario, e luoghi segreti di detenzione.



Pasdaran e basiji

La Guida Suprema Ali Khamene’i continua a controllare un complesso insieme di forze militari e su di esse si basa l’intero meccanismo coercitivo della Repubblica Islamica. Le forze più importanti a disposizione della leadership religiosa sono i sepah-e pasdaran. Ad essi si aggiungono una sigla infinita di grandi e piccoli gruppi armati più o meno ufficiali.


I pasdaran sono chiamati a difendere la Rivoluzione e le sue istituzioni. Al momento della loro costituzione erano chiamati a controbilanciare il sistema di reclutamento regolare ancora filo monarchico. Nei primi anni dopo la Rivoluzione, i pasdaran sedarono ogni forma di spinta che veniva da minoranze etniche e partiti politici comunisti e liberali.


I basiji sono formalmente sotto il comando dei pasdaran. Il gruppo è stato fondato alla fine del 1979 per la protezione da interventi americani e nemici interni. Il gruppo paramilitare è formato da uomini poverissimi e conta milioni di affiliati. Nel 1995 Khamene’i ha proposto una riforma del sistema di sicurezza che ha permesso il passaggio di uomini dai pasdaran ai basiji. Da allori sono stati creati centinaia di piccoli gruppi paramilitari dalle più svariate denominazioni. Il comandante dei basiji è Ali Reza Afshari. Egli coordina la sicurezza urbana. Questo gruppo è particolarmente violento e viene spesso utilizzato soprattutto in caso di manifestazioni popolari.



Le Fondazioni e le Preghiere del Venerdì

Il controllo sull’economia agricola, industriale e dei servizi viene esercitato dai mullah tramite il sistema delle Fondazioni islamiche. Secondo alcuni analisti, il 60% del PIL iraniano viene dai proventi di queste imprese. Infatti, sebbene le fondazioni vengano qualificate come enti senza scopo di lucro, sono coinvolte in numerosissime attività di natura commerciale. Dalle Fondazioni dipendono i sussidi distribuiti ai diseredati, alle famiglie delle vittime della guerra Iran-Iraq, esse hanno la funzione di uffici di collocamento, soprattutto per pasdaran e basiji in pensione, forniscono borse di studio, alloggi popolari, assistenza sanitaria. Sono divenute, quindi, una sorta di sistema sociale permanente che forma la base sociale del consenso al regime. Esse godono di ampi favori fiscali, tra cui la non imponibilità degli utili, nonché di prestiti agevolati e donazioni, di indipendenza nel commercio estero.


La Fondazione dei Diseredati, boyand-e janbazan va mostazafan, è la seconda “impresa” del paese dopo la Società Nazionale del Petrolio. Possiede alberghi, banche, imprese in più di ottanta paesi, nel Golfo Persico ed in Europa. Nacque nel 1979 dall’esproprio della Fondazione Pahlavi per il sostegno ai diseredati, ai poveri. Essa offre assistenza sanitaria, medica, educativa, artistica e sportiva. Le banche che questa Fondazione possiede controllano un quarto delle banche commerciali di Dubai.


La seconda Fondazione più importante è la Asnane Oze Rezavi, è la più antica dell’Iran ed ha sede nella città di Mashad. Il punto di forza di questo ente è il potere di contrattazione diretta con l’estero che le è tradizionalmente riconosciuto. Il Presidente, Vàez Tabasi, è membro dell’Assemblea degli Esperti. La Fondazione gestisce una propria banca ed una propria compagnia aerea. È monopolista nello sfruttamento dell’oro, dei metalli preziosi e del gas lungo la frontiera con il Turkmenistan. Naser Tabasi, figlio del Presidente della Fondazione e marito di una delle figlie di Khamene’i, si è dedicato al progetto di inserire Mashad in un network di città commercialmente attraenti in Asia centrale ed inoltre ha lavorato per l’acquisizione di armi e tecnologie nucleari.


La terza Fondazione per importanza è la Fondazione dei Martiri, guidata da Mohammad-Hosein Rahimiyan, fondata da Khomeini. Oggi conta 350 uffici e 30.000 dipendenti. I suoi obiettivi ufficiali sono il sostegno ai veterani della Rivoluzione Islamica e alle famiglie dei caduti della guerra Iran-Iraq. La Fondazione possiede 68 industrie, 75 agenzie commerciali, 21 compagnie edilizie, 17 imprese agricole, terreni e beni immobili.


Khamene’i ha il controllo diretto della Fondazione dei Martiri attraverso il Capo, Rahimiyan. Egli controlla indirettamente la Asnane oze Rezavi, forte dell’amicizia lunga una vita col Presidente Tabasi e rinvigorita dal matrimonio cui si è accennato in precedenza. Le Fondazioni sono inoltre legate ai mercanti del bazar attraverso il Consiglio Islamico di Coalizione guidato da Asgar-Oladi, personaggio eminente del gruppo politico Motalefè che sostiene Rafsanjani. Da questo fatto si deduce lo stretto rapporto che intercorre tra Fondazioni e famiglia Rafsanjani. Grazie a questi legami Rafsanjani controlla gran parte del commercio con l’Asia ed accede ad un’ingente frazione degli introiti della vendita del petrolio.


È la gran parte dell’oligarchia religiosa conservatrice ad avere interessi diffusi in varie Fondazioni. Hojatieh è un’associazione informale di religiosi nata negli anni ‘50 per contrastare la minoranza baha'i in Iran. Oggi è guidata da Mohammad-Reza Mahdavi e costituisce una rete di relazioni che unisce oligarchia religiosa, il gruppo politico Associazione del Clero Militante e Fondazioni.


L’Emame Jomè, la Preghiera del Venerdì, da momento di incontro e preghiera tra fedeli si è trasformata in una sorta di rete di collegamento tra religiosi di varie città iraniane. Questi mullah si incontrano ufficialmente per motivi spirituali. Godono di stabili collegamenti con i leader religiosi conservatori. Il nucleo centrale del gruppo è formato da personalità eminenti del clero sciita tra cui l’ayatollah Ali Meshkini, l’ayatollah Emam Kashani, l’ayatollah Mohammad Taqi Mesbah Yazdi e l’ayatollah Hojati Kermani. Questa associazione di mullah offre inoltre 20.000 stipendi a studenti di teologia sparsi in tutto il paese. Per sottolineare quanto la Preghiera del venerdì e la moschea in generale siano divenute un luogo politico, basta leggere alcuni estratti di una predica dell’ayatollah Mesbah Yazdi. “Il ricorso alla violenza è d’obbligo per la difesa della Repubblica Islamica anche se questo dovesse comportare la morte di migliaia di persone”. Questi discorsi sono diventuti dei veri e propri ordini per le milizie paramilitari, basiji e ansar-e Hezbollah.



I mercanti del bazar

I mullah hanno sempre sostenuto i mercanti del bazar. Oggi il bazar è una vera e propria rete di credito esterna al sistema bancario legale. Le connessioni tra sistema politico e mercanti del bazar permettono a questi ultimi di accedere ad informazioni ed ottenere privilegi in settori quali il commercio con l’estero e la distribuzione interna aggirando i limiti imposti dalla legge. Le offerte degli uomini del bazar risultano particolarmente allettanti considerando i tassi sconvenienti, inferiori ai tassi di inflazione, proposti dalle banche di stato. Inoltre, queste attività creditizie sono totalmente detassate e non vengono considerate nel calcolo del Pil.




Testi consigliati


Riccardo Redaelli, Asja Mayor, , Il Mulino, Bologna, 2001

Ramin Jahmbegloo, Iran between tradition and modernity, Lexington Books, 2004

Jahangir Amuzegar, Iran’s Economy under the Islamic Republic, , I.B. Tauris,
New York, 1993

Mohammad Khatami, Religione, libertà e democrazia, Sagittari Laterza, 1999

Wilfired Buchta, Who rules Iran?, Istituto Studi per il Medio Oriente, 2000



Siti Consigliati

www.emrooz.ir; www.iranfocus.ir; www.irna.ir; www.isna.ir; www.imf.org



Giuseppe Acconcia
affarinternazionali.it

Nessun commento:

Posta un commento