mercoledì 20 luglio 2011

''No time for art''

Egitto: con 'No time for Art' in scena al Cairo le voci di Piazza Tahrir
Testimoni raccontano a teatro arresti sommari e torture
Il Cairo, 24 giu. -
(Aki) - Esordisce al teatro Rabawet, al centro culturale 'Town House'
del Cairo, lo spettacolo 'No Time for Art', che dà voce ad attivisti
che raccontano i giorni della protesta di piazza Tahrir. ''In quelle
manifestazioni c'era pochissimo spazio per l'arte - spiega ad
AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL Laila Soliman, regista dello ospettacolo -
quindi, nel mio spettacolo, quattro attori raccontano i loro giorni in
piazza Tahrir e nessuno spazio viene lasciato al musicista, che suona
solo per pochi secondi accordi stonati''. I quattro attori-attivisti
seduti sulla scena raccontano i momenti salienti della rivolta,
denunciando i luoghi delle torture e della prigionia.
Particolarmente toccante è la testimonianza di Aly Sobhy, che racconta
come, il 9 marzo, sia stato colpito con un taser e torturato. ''Alcune
frasi si rincorrono e si concludono nelle parole di altri attori per
dare l'effetto della coralità che ha distinto l'azione degli attivisti
nei giorni delle rivolte'', continua la regista. ''La differenza tra
'No time for art' e gli altri spettacoli messi in scena in queste
settimane è che vengono raccontati i giorni di piazza con grande
sincerità'', racconta Aya, una delle attrici. ''Si entra nel teatro
attraversando una strada colorata dai graffiti di Ganzeer (disegnatore
arrestato per le sue critiche al Consiglio supremo delle Forze armate,
ndr) e ogni spettatore riceve una lettera che contiene il nome di uno
dei martiri, la sua età e il luogo della sua morte'', continua la
spettatrice. Sullo sfondo viene proiettato un video della tv di stato
egiziana risalente a prima delle dimisisoni dell'ex presidente Hosni
Mubarak, in cui i presentatori televisivi elogiano l'operato delle
forze di sicurezza nell'arrestare e catturare i manifestanti.
Gli attori proseguono raccontando gli arresti arbitrari di bambini e
scambiandosi i ruoli per esprimere un messaggio unico di denuncia e
descrizione della verità. ''Questa è una produzione a bassissimo
budget, che sarà messa in scena in altri teatri della città prima di
essere portata a Beirut'', continua la regista. Dopo i 18 giorni in
piazza Tahrir, si sono diffuse per le vie del Cairo rappresentazioni
teatrali, concerti di rapper e azioni di writer che hanno colorato le
vie della città. Giovani teatranti tengono spettacoli per strada o
leggono le loro storie in librerie e centri culturali. Sono nate
numerose compagnie indipendenti come Sabeel (fontana pubblica), Hala
(stato della mente), Soo'Tafahom (incomprensione), Hawasa
(allucinazione), Nas (gente) e Ana El-Hikaya (la storia sono io).
Raccontano la Rivoluzione attraverso le testimonianze di chi era in
piazza usando canzoni, poesie, mimo e danza.
(Acc/AKI)
Giuseppe Acconcia,
giugno 2011

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