giovedì 14 luglio 2011

Mappa delle rivolte, 24 giugno 2011

M.O.: manifestazioni in Siria, Yemen e Giordania, mappa delle rivolte
Roma, 24 giu. -
(Aki) - Il nuovo venerdì di manifestazioni in tutta la Siria contro il
regime di Bashar al Assad ha provocato la morte di almeno 14 persone
nelle città di Homs, Damasco e Aleppo. In Yemen è esplosa
un'autombomba provocando la morte di tre soldati, mentre
manifestazioni contro il regime si sono tenute in varie città del
Paese. In Egitto si sono tenute manifestazioni pro e contro Mubarak,
mentre alcuni attivisti hanno indetto il terzo venerdì della collera
per il prossimo 8 luglio per ''salvare la rivoluzione''. Anche in
Giordania si sono svolte alcune manifestazione per chiedere le
dimissioni del governo e la formazione di un esecutivo di
riconciliazione nazionale.
SIRIA. Al termine delle preghiere del venerdi' si sono svolte diverse
proteste contro il presidente siriano Bashar al-Assad in molte citta'
siriane. Il bilancio fornito dall'emittente satellitare al-Jazeera
parla di almeno 14 morti in attacchi dell'esercito siriano contro i
manifestanti. Sette morti e sei feriti, uno dei quali è un bambino, si
sono registrati ad al-Kiswah, nella periferia meridionale di Damasco.
Un morto si è contato ad al-Ghota, quartiere di Homs, e tre nel
quartiere di al-Shams, sempre a Homs. Ad al-Kiswah si sono svolti
scontri a fuoco tra uomini dell'esercito e della polizia. Secondo al
Arabya, inoltre, un battaglione dell'esercito siriano è passato dalla
parte dei rivoltosi. Nel corso di una delle manifestazioni che si sono
svolte nei dintorni di Damasco sono state bruciate bandiere iraniane,
russe e del movimento sciita libanese Hezbollah. La versione ufficiale
siriana diverge ancora una volta dalle notizie diffuse da al-Jazeera.
Secondo la tv di stato, infatti, miliziani armati hanno aperto il
fuoco contro agenti della sicurezza e i manifestanti a Bazra, nella
periferia di Damasco, provocando la morte di un ufficiale.
Intanto, secondo l'agenzia turca Anadolu, sono piu' di 1.500 i siriani
che si sono rifugiati oltre il confine con la Turchia nella sola
giornata di ieri, quando Damasco ha inviato un ingente numero di
militari e carri armati nelle aree vicine alla frontiera. Secondo
l'agenzia di stampa di Ankara, dall'inizio delle proteste i rifugiati
siriani che hanno raggiunto la Turchia sono 11.739. Restano invece
vuoti i campi profughi allestiti all'interno dei confini siriani.
(segue)
(Rak/AKI)
M.O.: manifestazioni in Siria, Yemen e Giordania, mappa delle rivolte (2)
Roma, 24 giu. -
(Aki) - YEMEN. Secondo la tv satellitare al-Arabiya un'autobomba è
esplosa in un quartiere periferico della città di Aden, nel sud dello
Yemen, provocando la morte di tre persone. Stando a quanto riportano
invece i media yemeniti, l'esplosione ha colpito un carro armato
dell'esercito nel quartiere periferico di Sheikh Uthman. Due delle
vittime sono soldati dell'esercito e si contano anche una decina di
feriti. Poco prima alcuni militari hanno aperto il fuoco su alcune
migliaia di persone che partecipavano al funerale di un esponente dei
movimenti secessionisti del sud, ucciso dopo essere stato arrestato
dalla polizia. Il bilancio della sparatoria è di due separatisti
uccisi.
Intanto gli attivisti si sono radunati in varie città yemenite per il
'Venerdi' della volonta' rivoluzionaria' contro il presidente Ali
Abdullah Saleh, che si trova ancora in Arabia Saudita per cure mediche
dopo l'attentato subito lo scorso 3 giugno. Alcune fonti vicine alla
presidenza avevano parlato all'inizio della settimana di un possibile
ritorno di Saleh in Yemen proprio questo venerdi', mentre fonti
diplomatiche occidentali hanno affermato ieri che le sue ferite sono
talmente gravi da non permettergli un rientro a breve termine. I
manifestanti chiedono la fine della sua presidenza, la formazione di
un consiglio di transizione e un processo per tutti gli esponenti
dell'amministrazione Saleh. (segue)
(Rak/AKI)
M.O.: manifestazioni in Siria, Yemen e Giordania, mappa delle rivolte (3)
Roma, 24 giu. -
(Aki) - EGITTO. Gli attivisti egiziani hanno indetto per l'8 luglio
una nuova manifestazione per "salvare la rivoluzione" che ha portato
alla caduta del presidente Hosni Mubarak l'11 febbraio scorso. Si
tratta di un invito per il terzo venerdì della collera ed è partito da
Facebook per invitare i politici ad abbandonare i dibattiti sulle
elezioni e concentrarsi sugli obiettivi della rivolta. All'iniziativa,
a cui hanno aderito 55mila persone, segue un comunicato che recita: "A
tutte le forze politiche rivali che discutono se svolgere le elezioni
prima di redigere la Costituzione diciamo che prima di tutto si deve
salvare la rivoluzione e l'Egitto. La nostra rivoluzione sta
crollando".
Centinaia di persone si sono poi riunite in piazza Tahrir e davanti
alla sede della tv di stato egiziana (Maspiro) per chiedere un
processo rapido contro alcune figure chiave del dissolto Partito
nazionale democratico dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak,
attualmente in custodia cautelare a Sharm el Sheik. I manifestanti
hanno chiesto, inoltre, la cancellazione dei tribunali militari, la
stesura di una nuova Costituzione e l'aumento dei salari minimi. Nei
pressi del palazzo della tv di Stato si è svolto anche un sit-in dei
familiari dei 'martiri della rivoluzione', i giovani uccisi durante i
18 giorni di manifestazioni contro l'ex rais, iniziati lo scorso 25
gennaio. Gli attivisti hanno diramamato un comunicato chiedendo di
perseguire ''i responsabili tra le forze di polizia che hanno sparato
contro i manifestanti''.
Sempre al Cairo oggi decine di manifestanti sono scesi in piazza
cantando slogan e mostrando striscioni a sostegno di Mubarak. Per la
prima volta è emersa l'intenzione di creare un partito in sostegno del
deposto presidente, con un cartellone che riportava la scritta
''Partito di Pace Mubarak - in costruzione''. E' stata solo ''una
minoranza'' a degradarlo, sostengono i manifestanti, dicendo che ''i
rivoluzionari di ieri sono i teppisti di oggi''. I gruppi politici
come il Movimento giovanile del 6 aprile o Kefaya devono essere messi
sotto processo, ritengono i sostenitori dell'ex raìs. Nel mirino dei
manifestanti anche i presentatori tv Hala Sarhan, Amr El-Leithy e Reem
Maged, definendoli “ipocriti”. (segue)
(Rak/AKI)
M.O.: manifestazioni in Siria, Yemen e Giordania, mappa delle rivolte (4)
Roma, 24 giu. -
(Aki) - GIORDANIA. Si sono svolte oggi alcune manifestazioni ad Amman
e nelle città di Tafileh e Karak per chiedere le dimissioni del primo
ministro, Marouf Bakhit, e la formazione di un governo di
riconciliazione nazionale. Secondo la 'Dpa', i dimostranti hanno anche
lanciato slogan a favore della rottura delle relazioni diplomatiche
con Israele e dell'abrogazione del trattato di pace con lo Stato
ebraico firmato nel 1994. Altre manifestazioni di centinaia di
attivisti, in particolare del Fronte d'Azione Islamica e di altri sei
partiti d'opposizione, si sono svolte davanti all'ufficio del premier
ad Amman, sottolineando "il fallimento" del governo nel dare seguito
alle riforme politiche ed economiche promesse da re Abdullah II.
I dimostranti hanno anche dichiarato che le dimissioni mercoledì
scorso del ministo per i Media, Taher Adwan, sono indicative della
"mancanza di volontà" del governo di accellerare il processo di
riforme. Adwan si era dimesso per protesta contro una legge presentata
dal governo che, a suo parere, colpiva la libertà di stampa.
(Rak/AKI)
Giuseppe Acconcia,
giugno 2011

Nessun commento:

Posta un commento