mercoledì 27 luglio 2011

Le radici della crisi in Yemen

Yemen: W. Post, radici della crisi precedenti a Primavera araba
Sana'a, 29 giu. -
(Aki) - La crisi in atto in Yemen ''non è una semplice estensione della Primavera araba''. E' quanto emerge da un articolo del Washington Post, in cui si sottolinea come nel Paese arabo l'eventualita' di una guerra civile sia sempre dietro l'angolo e come si tratti di una possibilita' che ''esisteva prima della Primavera araba'' e che va ben oltre manifestazioni per la democrazia.
In Tunisia ed Egitto, ricorda il giornale, i manifestanti per la democrazia hanno ''usato i metodi della resistenza civile e i social network'' per chiedere un cambiamento di regime o riforme. ''Lo stesso hanno fatto gli yemeniti - scrive il Washington Post, riferendosi alla mobilitazione per costringere alle dimissioni il presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 33 anni - Ma la loro storia non e' una semplice estensione della Primavera araba''.
Il quotidiano, nell'articolo 'Cinque miti sullo Yemen', fa riferimento alla ''forzata riunificazione degli anni Novanta'', quando ''yemeniti del Nord e del Sud si sono scontrati ripetutamente'', alle ''periodiche'' manifestazioni dei separatisti del Sud contro il governo del Nord, allo scontro tra i ribelli sciiti nel Nord e il governo di ispirazione sunnita di Sana'a per chiarire come tra i ''separatisti del Sud e i ribelli del Nord, il governo centrale non abbia il controllo di una vasta area fuori dalla capitale''. (segue)
Yemen: W. Post, radici della crisi precedenti a Primavera araba (2)
Sana'a, 29 giu. -
(Aki) - Tra l'altro, sottolinea il Washington Post, dopo l'uccisione di Osama bin Laden nel blitz delle forze speciali americane del due maggio in Pakistan, lo Yemen e' divenuto la ''nuova roccaforte di al-Qaeda''. Gia' prima della morte di Osama Bin Laden, gli uomini di al-Qaeda avevano trovato rifugio nelle zone dello Yemen fuori dal controllo del governo. Il giornale cita le parole di John Brennan, principale consigliere antiterrorismo del presidente statunitense Barak Obama, che lo scorso dicembre aveva sottolineato come al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap) rappresentasse per gli Usa una minaccia piu' grande di quella costituita dalle struttura dell'organizzazione in Pakistan. Tra l'altro, lo yemenita Anwar Anwar al-Awlaki, esponente di al-Qaeda, avrebbe avuto un ruolo in diversi attacchi negli Usa, da quello fallito dello scorso anno a Times Square, a New York, alla sparatoria del 2009 a Fort Hood, in Texas.
Tuttavia, evidenzia il giornale, nonostante le eterne 'divisioni' tra Nord e Sud e la minaccia rappresentata da al-Qaeda, gli yemeniti contestano tutti al presidente Saleh le sue politiche in campo economico, sociale e politico, accusandolo di aver provocato l'impoverimento della popolazione. Il Washington Post sottolinea quindi come in questo momento storico allo Yemen serva un ''presidente piu' forte'', anche per far fronte alla minaccia rappresentata da al-Qaeda. In tal senso, scrive il giornale, ''il Comando centrale americano ha proposto lo stanziamento di 1,2 miliardi di dollari'' per sostenere le forze di sicurezza yemenite, addestrandole ed equipaggiandole nei prossimi sei anni. ''Ma questi aiuti - conclude il quotidiano - potrebbero non servire all'unita' dello Yemen ne' rafforzare il controllo del governo fuori dalla capitale senza considerevoli aiuti economici e per lo sviluppo sociale''.

Giuseppe Acconcia,
giugno 2011

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