lunedì 27 giugno 2011

I mostri della notte

I mostri della notte

In principio l’oscurità trasformava ogni cosa,
camminare lungo una strada
o sui bordi del mare,
in un lampo la notte,
la terra gemeva in voci lamentose,
il mare si separava in
milioni di piccole onde,
gli alberi diventavano a forma di
draghi dai lunghi colli,
il vento portava musica di castelli vicini
pieni di armature e lepri arrostite,
l’erba pungeva come tenaglie
di malvagio alchimista,
i versi urlati di civette, gufi e corvi
venivano scambiate per voci di 100 megere,
l’ululato di cani randagi o lupi,
quel continuo abbaiare ansimato,
entrava nelle orecchie, le perforava
e andava diritto allo stomaco, nauseato,
pronto al vomito dopo l’assaggio
di cerchi di funghi giganti.
La leggenda dell’uomo diventato
balena costringeva ad avvertire
sensazioni di trasformazione nel corpo.
La leggenda della donna trasformata
in tempesta faceva temere
le conseguenze di piogge lunghe.
La leggenda del suono di arpa a metà
che ghiacciava terre e destini
faceva tappare le orecchie al passaggio.
Ma che nasceva da tanta paura?
Che buio? Che disperazione?
No, questo vogliono far credere
leggendo le storie di un’epoca antica,
perché il giudizio degli uomini
sull’uomo è tanto implacabile quanto inesatto.
L’età del mistero e della magia
garantiva una vita di voci
di fate e suoni incantati.

Giuseppe Acconcia
1,2,3,liberi tutti!, 2007

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