giovedì 5 maggio 2011

Phedra's love di Sarah Kane

Sarah Kane descrive la crudeltà dell’uomo in “Phaedra’s love” in scena al Teatro dell’Orologio di Roma.

Un ragazzo-principe, Ippolito, vive in uno stato di depressione consapevole. Trascorre le sue giornate avanti ad uno schermo. Con un calzino nelle mani soffia il naso e raccoglie sperma. Gioca con una macchinetta telecomandata.
La donna-matrigna chiede il soccorso di un inutile medico prima di dichiarare il suo amore infinito per il non-figlio. La fellatio voluta dalla donna non è atto di stupro. Tuttavia, la donna, trattata con disprezzo, si uccide accusando il figlio di violenza.
Il protagonista non aspettava altro per rendere concreta la sua malattia trasformandola in morte. In galera doma un prete giunto per redimerlo. Infine, viene evirato e giustiziato dai sicari del padre e muore, cinico, assieme a quest’ultimo. Il verso di avvoltoi.

Un intreccio pseudo-familiare che nasconde l’opposizione tra anti-amore e anti-morte. Il cinismo dell’uomo più crudele che rivela al mondo una verità desolante. Il teatro spietato di Sarah Kane è arricchito dalla voce dell’attore protagonista particolarmente a suo agio nei panni di Ippolito.

“Phaedra’s love” è una rivisitazione post-moderna della tragedia di Fedra adattata alla società sessuofobica del presente nasconde tracce di semplicità geniale. La regia estemporanea ripropone sulla scena e in presa diretta fugaci riprese video.

Giuseppe Acconcia
La casa orca, 2007

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