sabato 14 maggio 2011

Nilo: Etiopia e diga della Rinascita

Nilo: esperto, l'Etiopia ha bisogno della diga della Rinascita
Il viaggio del premier egiziano Essam Sharaf riaccende le polemiche sul progetto etiope
Addis Abeba, 12 mag. -
(Aki) - Il progetto etiope della grande 'diga della Rinascita' e' il primo punto nell'agenda della visita di domani del primo ministro egiziano, Essam Sharaf, in Etiopia. Il progetto ha attirato non poche critiche in Egitto e Sudan poiche', secondo esperti egiziani, la diga potrebbe modificare l'attuale ripartizione delle acque del Nilo tra i paesi dell'area.
''Le polemiche egiziane sono del tutto infondate'', dichiara a AKI - ADNKRONOSINTERNATIONAL il professore di Ingegneria civile dell'Universita' di Addis Abeba, Yilma Seleshi. ''L'Etiopia ha gravi problemi di corrente elettrica. La nuova centrale idroelettrica e' importante per lo sviluppo del paese, portera' ad un incremento nella disponibilita' di energia di 5250 MW per l'Etiopia'', ha aggiunto.
''Egitto e Sudan controllano l'85% delle acque del Nilo, a tutto discapito dei paesi africani'', prosegue il docente universitario. ''Il progetto della diga prevede la formazione di un lago artificiale dal volume doppio e dalla superficie quadrupla rispetto al lago Nasser in Egitto'', conclude Yilma Seleshi. (segue)


(Aki) - Nei progetti etiopi si prevede la possibilita' che il governo di Addis Abeba venda energia a Sudan, Uganda e paesi vicini. Secondo l'ingegnere etiope Yilma Saleshi il progetto della diga portera' vantaggi anche agli altri paesi della regione. ''Nel lago Nasser in Egitto non piove mai, ma si produce energia grazie all'evaporazione delle acque. In Etiopia si puo' contare invece sia sulle piogge che sull'evaporazione'', commenta ad AKI il docente universitario.
Il progetto della 'diga della Rinascita' aveva attirato numerose critiche in Egitto. Gia' due delegazioni di religiosi copti e di giovani della coalizione dei rivoluzionari avevano fatto visita ad Addis Abeba per trovare un'intesa sul nuovo progetto che non leda gli interessi egiziani. Il progetto vede coinvolti come contractors i costruttori italiani Salini.

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